lunedì 23 marzo 2020

Safe Area Italia: Tutto (ma proprio tutto) è interconnesso !

I giorni passano e leggendo i vostri post mi accorgo che molti stanno vivendo con sempre più leggerezza questa clausura casalinga.
Chi riscopre i libri, chi cucina, chi si ciba di fiction magari a tema consumando intere stagioni in una giornata, insomma sembra, leggendovi, che finalmente vi stiate adeguando a quello che il governo vi chiede e che vi stia anche piacendo. E questo aiuterà sicuramente nel rispetto del mantra : restate a casa ... restate a casa ... restate  a casa.
Ora però vi direte ecco esce il ma.
Ed infatti ma ...
Ma siccome tutto è interconnesso allora ecco che vi racconto anche le storie di chi non posta torte, aperitivi virtuali, elogi delle fiction netflix amazon etc.
Diciamo, e non si offenda nessuno, che l'umore di chi sta a casa è strettamente legato al fatto basilare di avere la sicurezza di essere pagato a fine mese.
Cosa banale sembrerebbe ma non troppo.
Chi continua a dire banalizzando: " Ma in fin dei conti che vi stanno chiedendo ... i nostri nonni hanno fatto la guerra ... a noi chiedono solo di stare a casa" perde di vista che tutto è interconnesso e che quella che per lui sta divenendo una sorta di sospensione dalla realtà quotidiana, quasi una vacanza surreale, per altri invece è vissuta come un vero e proprio dramma.
E vedo che già sono evidenti i malumori social che però centrano in pieno il problema, post tipo questo : " ti possano infettare due volte ... tanto a te che te ne frega ... sei un'impiegato statale ... pure che ti prendi le ferie a te a fine mese ti pagano lo stesso ..." sono sempre più prevalenti rispetto alla proposizione di torte, foto di gambe con calzino bianco sul divano etc.
Il nostro paese ne esce comunque diviso, tra chi può permettersi (me compreso) di stare a casa in attesa che finisca e tra chi (basta leggere il decreto Cura Italia per vedere chi è fuori dalla cura) già non dorme la notte al pensiero che la sua vita già stravolta adesso potrebbe non riprendere la sua normalità quando tutto questo finirà.
Siccome tutto è interconnesso, anche se ho la fortuna di trovarmi dalla parte di chi può permettersi di aspettare che tutto finisca, per rispetto: di chi sta lottando per la vita in un letto d'ospedale; di chi al loro fianco lavora per dare loro speranza di vita; di chi ha perso un suo caro e non ha potuto nemmeno piangerlo; di chi ci porta ogni giorno da mangiare e bere perchè si tratta di beni essenziali; di chi ha dovuto chiudere la sua azienda e non sa quando e se l'aprirà di nuovo; di chi non avrà tutele e rimarrà comunque ai margini gli ultimi che rimarranno sempre e comunque ultimi; di chi ha paura per i suoi cari, del futuro dei figli,  "io resto a casa" ma non ne sono felice e attendo che davvero il governo unipersonale di Giuseppe Conte dia atto a quelle che sono le misure promesse.
Perchè dalle rassicurazioni basate sui fatti e non sul "faremo" si baserà nei prossimi mesi la pace sociale, dove non c'è lavoro si rinforza un substrato di amarezza e odio represso che porta all'aumento della violenza familiare e comunitaria, alla maggiore propensione all'ammalarsi, alla mancanza di prospettiva e futuro.
Mentre i medici, gli infermieri , i volontari in trincea stanno facendo di tutto, anche dare la propria vita, per salvare chi si è ammalato, chi di dovere faccia di tutto per quella parte del paese che per motivi diversi ha bisogno di essere salvata e lo faccia senza verbi al futuro, perchè un futuro per molti potrebbe non esserci.
Ci si salva insieme non c'è altra strada, perchè tutto è interconnesso.

Nessun commento:

Posta un commento

Beldocs festival tra memoria e attualità? E se quello che vediamo non fosse davvero "fiction"?

Si è aperto mercoledì con la proiezione di "Another Spring", film serbo in prima visione su come la Jugoslavia nei primi anni se...