sabato 17 agosto 2019

E mentre apri e chiudi i porti nel frattempo in Bosnia ...

Viviamo un tempo sbagliato, confuso, in cui tutto e il contrario di tutto diviene verità, dove alla confutazione dei fatti si sostituisce l'invenzione degli stessi e in casi minori l'enfatizzazione del pericolo minore.
E così mentre in Italia i nostri politicanti litigano sull'aprire o chiudere i porti, e l'Europa Unita si arrovella su quali paesi possano accogliere la nuova "ondata" di profughi (sarebbero 3-4 per paese ad occhio e croce), la realtà sfugge completamente dagli occhi ottenebrati del povero quisque de populo italico.
Prima di vedere cosa accade in Bosnia, restiamo, però, ancora un po' nel nostro meraviglioso Bel Paese.
Una persona che a Lampedusa ci vive, il Sindaco, ha affermato più volte che mentre ci si arrovella su dove e se debba attraccare la Open Arms e/o altra nave gestita da ONG, giornalmente avvengono sbarchi sull'isola, e loro come sempre sono lì pronti ad accogliere.
Allora qual'è il problema vero? Il problema vero è che, se i migranti arrivano da soli non sa niente nessuno, non gli interessa a nessuno e non si preoccupa nessuno, tranne la popolazione di Lampedusa, mentre se arrivano con le navi "sponsorizzate", allora si questo è il problema, perché questi migranti si notano e magari sono solo un quarto di quelli che sbarcano in silenzio.
Così trovato il nemico, vacci giù pesante.
Ma, poi, alla lunga si diventa patetici.
C'è un paese diviso in molti paesi differenti figlio spurio di una guerra che abbiamo definito "civile" che il problema migranti forse ce l'ha davvero, ma a chi importa veramente della Bosnia? A chi importa della migliaia di poveri cristi, in una paese di poveri cristi che giornalmente, di nascosto, cercano di attraversare la frontiera dell'Europea Croazia?
A nessuno, neanche al piccolo ducetto gendarmotto che pur di fare il gradasso ha fatto cadere l'unico governo finto ma possibile.
Quel ducetto qualche giorno fa si è recato alla frontiera tra Italia e Slovenia, dove pure Fedriga (ma dai scherzava!!!) voleva riabilitare il vecchio muro, e ha detto : "Oh ragazzi qui tutto tranquillo eh ... comunque vigileremo ... qui non passa nessuno ...".
E grazie alla ... Bosnia verrebbe da dire o meglio alla democraticissima Croazia.
Che poi non è vero, se si chiede ai goriziani, vi diranno che da dove prima passavano gli jugoslavi durante la guerra fredda ora passano i migranti, ma meglio che il ducetto non lo sappia magari rimura la cucina della casa di una povera vecchietta.
Insomma mentre in Italia ci si arrovella per poche decine di migranti che stanno "invadendo" l'Italico suolo, in Bosnia e precisamente al confine con la Croazia nelle città di Bihac e Velika Kladusa forse una sorta d'invasione sta avvenendo, un invasione di disperati in un paese di disperati.
Non ci sono più posti nei campi al confine con la Croazia, Bira, Sreda, Borici non bastano più a Bihac, il campo Miral non basta più a Velika Kladusa.
Una fonte certa a me vicina mi conferma che la situazione precipita ogni giorno di più, i migranti bivaccano sempre più per strada, semi nascosti per evitare di essere intercettati dalla Polizia. Le autorità, le ONG, l'OIM non riescono più neanche ad identificarli.
Si nascondono si, perchè se si viene intercettati dalla polizia si rischia di finire nell'inferno d'Europa, nella vergogna del continente: il campo di Vucjak, posto tra i monti al confine tra Croazia e Bosnia, li dove finisce una strada sterrata e termina la civiltà (se così possiamo ancora definirla).
Me ne sono già occupato in un post su Facebook dove ho postato anche un video del campo, uno dei pochi, perchè a Vucjak anche le autorità internazionali hanno difficoltà ad entrare. Ho caricato il video anche su Youtube e lo trovate a questo link:


Non solo i video danno l'idea di quanto accade, ma sono soprattutto le voci di chi sta vivendo sulla propria pelle questa terribile situazione a rendere la gravità della situazione.
Cliccando sul link che segue, avrete l'occasione più unica che rara di ascoltare dei reportage audio dal confine curati da Flora Zajicek che ha raccolto e raccoglie giornalmente le storie di chi attende il proprio destino. Basta la conoscenza base dell'inglese e tanta attenzione nell'ascolto, ma ne vale la pena, sono documenti di prima mano e non filtrati da alcuna delle parti in causa, perchè si tratta, come il sottoscritto di ricercatori indipendenti:


Fatevi la vostra idea non vi fidate di chi ve la propone ben confezionata e urlata, esistete voi e la vostra idea del mondo, il resto non conta.
Anche in questo caso
Sretan Put
Buon Viaggio.

Beldocs festival tra memoria e attualità? E se quello che vediamo non fosse davvero "fiction"?

Si è aperto mercoledì con la proiezione di "Another Spring", film serbo in prima visione su come la Jugoslavia nei primi anni se...