L’ 11.07.1995 nella città di
Srebrenica nel nord della Bosnia avvenne qualcosa di terribile, devastante ed
inconcepibile, un genocidio che l’occidente, così vicino al “cortile di casa”, come
qualcuno definì i Balcani, quasi cancellò dai palinsesti estivi.
Da allora qualcosa è cambiato,
maggiore attenzione, l’operato decisamente criticabile del Tribunale dell’Aia,
la ricerca di una verità difficile, una difficile accettazione da parte dei
serbi e molti più o meno velati tentativi di revisionismo (esiste almeno una
pubblicazione in lingua italiana che porta avanti l’ipotesi che la strage di
Srebrenica sia stata “organizzata” dai supremi governanti di Bosnia e USA al
fine da poter essere considerata un pretesto per le future azioni militari).
Non voglio raccontare cosa
successe a Srebrenica quel giorno, basta leggere le tante pagine più o meno
dettagliate sul web o alcuni ottimi libri sull’argomento. Voglio raccontare nel
video che allego quello che accade ogni giorno 11 di ogni mese dell’anno nella piazza dedicata alle vittime del
genocidio di Srebrenica a Tuzla, quando le madri, le figlie, i padri, i figli,
i nonni e le nonne di Srebrenica si riuniscono in cerchio chiedendo a chi di
dovere giustizia e verità.
Il video è stato girato l’ 11
novembre del 2009 a Tuzla, questo è l’estratto del diario di viaggio:
“Sarei dovuto andare a Srebrenica
ma il fatto che il mio contatto, la Sig.ra Hajra Catic presidente della ONG
Donne di Srebrenica sia a Tuzla, mi spinge verso questo paese.
Di Tuzla so davvero poco, Maggiani
ne parla nel suo libro il viaggiatore notturno quando parla dell’orso di Tuzla e
penso anche che non ci sarà molto da vedere.
Oggi come ogni 11 del mese le
donne di Srebrenica manifestano perché il genocidio avvenuto il 11/07/1995 non
venga dimenticato. Spero oggi di partecipare alla protesta e di fare qualche
foto e ripresa.
A Tuzla decisamente non c’è molto
da vedere, il tempo poi, è davvero infame. La stazione dei bus è un po’ fuori
dal centro città, più di un chilometro e per raggiungerlo bisogna percorrere la
strada principale tra gli scarichi delle auto, i fumi di alcune fabbriche e il
fumo del carbone che impesta l’aria. La puzza di carbone e la fuliggine che
riempie l’aria è una delle costanti di queste città durante l’inverno.
Anche Sarajevo è sempre coperta
da una fitta foschia.
Cerco invano la strada dove si
dovrebbe trovare la sede dell’associazione “donne di srebrenica” mi arrampico
sulla collina di Kula ma le strade che hanno un doppio nome sono difficili da
trovare.
Così ritorno verso il centro, la
sig.ra Catic mi ha inviato ieri una mail in bosniaco (tradotta grazie a google
transalte) da cui ho capito che oggi come ogni 11 del mese le donne di Srebrenica
si riuniranno in cerchio nella piazza di Tuzla intitolata alle vittime del
genocidio.
Non mi è difficile trovare la
pizza, il centro di Tuzla è formato da un’unica strada pedonale e proprio alla
fine di questa c’è proprio la piazza intitolata alle vittime di Srebrenica.
Quando arrivo l’atto pubblico è
in svolgimento, le donne, le madri, le figlie, ma anche nonni e ragazzi,
parenti e figli delle vittime del genocidio sono in cerchio, in mano ognuno
tiene un fazzoletto con il nome della vittime, in silenzio avvolgono la fontana
al centro della piazza. Poi, ciclicamente, dei bambini che si trovano al centro
del cerchio declamano un’invocazione alle N.U. ai governi dei paesi europei,
agli USA, alla Corte di Giustizia. Sono vestiti di un lenzuolo bianco e si
spostano e ripetono la recita ad ogni angolo della piazza.
E’ davvero toccante, soprattutto il
silenzio tra un’invocazione e l’altra.
Alle 13.00 circa è tutto finito,
le donne raccolgono le file di fazzoletti tutti legati l’uno agli altri e
ritornano alla loro “vita normale”.
http://www.youtube.com/watch?v=DqeZ1tc48nw&feature=youtu.be
http://www.youtube.com/watch?v=chuCgT2tg6I&feature=youtu.be