tra i balcani e l'atlantico

sabato 28 marzo 2020

Alle 6 della sera: quando tutto è più difficile !!!

Mi chiedi qual è il momento peggiore:  è di sicuro la sera, anzi non proprio la sera bensì quelle due  ore che vanno dalle 18 alle 20, non so perché ma è proprio in quelle ore che mi prende una forte malinconia.
Sarà che i giorni passano sarà che non se ne vede la fine, che la luce è lontana e non viene aprile.
Sarà che tutti ci affidiamo a qualcosa di  Alto  e questo Qualcosa o Qualcuno probabilmente non sa a chi dare i resti.
E allora alla sera quando ho cercato di impegnare il tempo scopro che mancano ancora ore, ore da passare, ore da riempire  prima che arrivi il sonno, un sonno fatto di silenzio, troppo silenzio .
Eppure nonostante non ci si veda quanto parliamo durante il giorno questa "parliamo" nel web.
Cerchiamo risposte, ci arrabbiamo, piangiamo, ci  emozioniamo, cerchiamo di restare umani nonostante di umano in tutto questo ci sia ben poco.
L'umanità s'è persa davanti a chi di notte ha preso una macchina, un treno, un bus e ha deciso, spinto dal  proprio egoismo che doveva salvarsi da solo.
L'umanità si è persa davanti a chi in questo momento  pensa che comunque  cambi poco  perché in fin dei conti per lui un posto ci sarà sempre finita questa bufera, finito il lavoro da casa ritornerà a una sorta di normalità.
L'umanità s'è persa davanti a chi non pensa che sia tutto connesso che da domani si potrà ricominciare a pensare esclusivamente al proprio.
Ma non sarà così il mondo come noi lo conosciamo  non sarà più lo stesso.
Sarà un mondo migliore? Non lo possiamo sapere ma molto o tutto dipende da noi, ognuno di noi. 
Molte cose cambieranno per un bel po' di tempo, cose banali come?
Come prendere un aereo.  Prenotare un volo, fare il check-in, presentarsi all'aeroporto aeroporto e salire sull'aereo.
Cose banali , semplici che facevano parte della nostra quotidianità. Sarà ancora così semplice?  Magari nel fare il check in ci vedremo obbligati ad esibire il certificato di non positività, forse ci dovremo presentare all'aeroporto molte ore prima per i necessari controlli sulla nostra salute, misurare la febbre etc.
E poi dove andremo? Soprattutto dove ci sentiremo liberi e sicuri di andare?
Quante destinazioni avremo a disposizione?
Prendere un treno sarà facile come una volta? E per quali destinazioni potremmo prenderlo?
Sogno di fare un viaggio come pochi mesi fa, Dio mio sembra passata una vita, prendere un treno per un lungo viaggio, magari uno di quelli notturni, ma i treni notturni  non ci sono più.
E come lo fermi?  Come lo spieghi al mare che il suo fluire è sempre più solitario, come si spiega a un bambino che il mare è proibito? E poi proibito perchè? Perchè molti potrebbero stare a guardarlo per ore? E se lo guardassimo separati, a metri di distanza, in una nuova ostinata convivialità?
Ecco il mare, per noi che il mare lo portiamo dentro, il dolore più grosso è non poterlo neanche vedere,  siamo arrivati al punto di non poter neanche fruire dello spettacolo della natura.
E allora è sera,  anzi è quell'orario lì  in cui mi rendo conto di non riuscire accettare quanto sta accadendo, di non riuscire accettare le centinaia di morti al giorno, di non riuscire ad accettare  che gente muoia per salvare altri.
E mi devi perdonare, non ce la faccio davvero a perdonare te, piccolo cervellino chiuso nel tuo piccolo mondo, Tu che sei partito di nascosto di notte, tornato nel paese in cui non tornavi da vent'anni, abbracciato e baciato tutti, soprattutto la donnina di 93 anni che ti ha portato da mangiare appena arrivato e però glielo hai nascosto vero? Per paura ? Vergogna? E se non fossero arrivati i carabinieri l'avresti nascosto fino alla fine.
Cosa pensavi di fare? Forse è anche per colpa tua e dei tanti come te che ora ognuno è diventato un potenziale untore. Ci avevi pensato?
Ecco come l'umanità si perde.
E quell'orario lì tra le 18  e le 20  ma tra poco ma tra poco passerà, cucinerò qualcosa, sentirò mia moglie che a Napoli  lavora in ospedale, e sono già più di 20 giorni che non ci vediamo, poi sentirò i miei  una centinaia di chilometri ci separano ma sembra un mondo intero, sentirò che meno male stanno bene e un altro giorno sarà passato e in questo troverò consolazione,   in chi  con coraggio, e siamo la maggioranza, mette l'altro  prima dei suoi affetti e ha deciso di rimanere in solitudine senza scappare come un carbonaro, sperando di salvare in questo modo altre vite.
E mi dimenticherò di te fino a domani sperando che agli occhi di Dio il sacrificio del 90% della popolazione di un paese valga la salvezza di un popolo e che Dio non tenga conto di quel misero 10% di egoistica stupidità, di alcune piccole insignificanti monadi nel mare della solidarietà.
Ce la faremo malgrado voi.
alle marzo 28, 2020 Nessun commento:
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lunedì 23 marzo 2020

Safe Area Italia: Tutto (ma proprio tutto) è interconnesso !

I giorni passano e leggendo i vostri post mi accorgo che molti stanno vivendo con sempre più leggerezza questa clausura casalinga.
Chi riscopre i libri, chi cucina, chi si ciba di fiction magari a tema consumando intere stagioni in una giornata, insomma sembra, leggendovi, che finalmente vi stiate adeguando a quello che il governo vi chiede e che vi stia anche piacendo. E questo aiuterà sicuramente nel rispetto del mantra : restate a casa ... restate a casa ... restate  a casa.
Ora però vi direte ecco esce il ma.
Ed infatti ma ...
Ma siccome tutto è interconnesso allora ecco che vi racconto anche le storie di chi non posta torte, aperitivi virtuali, elogi delle fiction netflix amazon etc.
Diciamo, e non si offenda nessuno, che l'umore di chi sta a casa è strettamente legato al fatto basilare di avere la sicurezza di essere pagato a fine mese.
Cosa banale sembrerebbe ma non troppo.
Chi continua a dire banalizzando: " Ma in fin dei conti che vi stanno chiedendo ... i nostri nonni hanno fatto la guerra ... a noi chiedono solo di stare a casa" perde di vista che tutto è interconnesso e che quella che per lui sta divenendo una sorta di sospensione dalla realtà quotidiana, quasi una vacanza surreale, per altri invece è vissuta come un vero e proprio dramma.
E vedo che già sono evidenti i malumori social che però centrano in pieno il problema, post tipo questo : " ti possano infettare due volte ... tanto a te che te ne frega ... sei un'impiegato statale ... pure che ti prendi le ferie a te a fine mese ti pagano lo stesso ..." sono sempre più prevalenti rispetto alla proposizione di torte, foto di gambe con calzino bianco sul divano etc.
Il nostro paese ne esce comunque diviso, tra chi può permettersi (me compreso) di stare a casa in attesa che finisca e tra chi (basta leggere il decreto Cura Italia per vedere chi è fuori dalla cura) già non dorme la notte al pensiero che la sua vita già stravolta adesso potrebbe non riprendere la sua normalità quando tutto questo finirà.
Siccome tutto è interconnesso, anche se ho la fortuna di trovarmi dalla parte di chi può permettersi di aspettare che tutto finisca, per rispetto: di chi sta lottando per la vita in un letto d'ospedale; di chi al loro fianco lavora per dare loro speranza di vita; di chi ha perso un suo caro e non ha potuto nemmeno piangerlo; di chi ci porta ogni giorno da mangiare e bere perchè si tratta di beni essenziali; di chi ha dovuto chiudere la sua azienda e non sa quando e se l'aprirà di nuovo; di chi non avrà tutele e rimarrà comunque ai margini gli ultimi che rimarranno sempre e comunque ultimi; di chi ha paura per i suoi cari, del futuro dei figli,  "io resto a casa" ma non ne sono felice e attendo che davvero il governo unipersonale di Giuseppe Conte dia atto a quelle che sono le misure promesse.
Perchè dalle rassicurazioni basate sui fatti e non sul "faremo" si baserà nei prossimi mesi la pace sociale, dove non c'è lavoro si rinforza un substrato di amarezza e odio represso che porta all'aumento della violenza familiare e comunitaria, alla maggiore propensione all'ammalarsi, alla mancanza di prospettiva e futuro.
Mentre i medici, gli infermieri , i volontari in trincea stanno facendo di tutto, anche dare la propria vita, per salvare chi si è ammalato, chi di dovere faccia di tutto per quella parte del paese che per motivi diversi ha bisogno di essere salvata e lo faccia senza verbi al futuro, perchè un futuro per molti potrebbe non esserci.
Ci si salva insieme non c'è altra strada, perchè tutto è interconnesso.
alle marzo 23, 2020 Nessun commento:
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mercoledì 18 marzo 2020

Safe Area Italia: è necessario davvero perdere l'umana empatia?

In questi giorni leggo molti post che parlano di come questo virus ci cambierà. Io stesso ne ho scritto spesso.
Cambierà il nostro modo di salutare, saremo molto più "giapponesi" di prima, contenuti, almeno per i primi tempi.
Viaggeremo in modo diverso, magari più consapevole.
Prima o poi dovremo fare i conti con ciò che in questo momento abbiamo allontanato dal nostro orizzonte.
Ci sono masse di uomini disperati che premono per entrare in Europa nonostante il Coronavirus, dormono per strada, nei campi, in case abbandonate, in campi che è onesto chiamare di "concentramento". E quando sarà possibile mettere fuori il naso da casa, loro ci saranno, anzi ci sono sempre stati.
Come reagiremo, saremo capaci di capirli, vivrà in noi un nuovo umanesimo? O in questo abbrutimento dell'animo accoglieremo con indifferenza le nuove, prevedibili, drammatiche politiche dell'Europa Unità.
Aver vissuto la mancanza di libertà, la paura di perdere il bene più prezioso, la vita, ci avvicinerà o ci allontanerà da chi ogni giorno rischia di perderla?
Saremo uomini nuovi o avremo perso la nostra umanità?
Fatemelo dire apertamente e onestamente, trovo disumano che nel tentativo di salvare delle vite si perda quello che è fondamentale in una società, il rispetto dovuto a chi lascia questa terra, il privare chi sta per lasciare la vita terrena anche del conforto di pochi minuti di visita da parte delle persone con cui si è vissuta un'intera vita.
Trovo disumano che non si possa accompagnare il defunto fino alla terra che lo accoglierà.
Abbiamo letto alcune di queste frasi : " Mio padre (o mia madre) è morta sola nel letto di un ospedale".
Lui o lei non c'erano e avrebbero voluto esserci perché ci sono dei riti nelle nostre comunità che rendono completo il transito terrestre delle nostre anime. E sono riti che vanno rispettati.
Non pretendo che comprendiate il mio punto di vista, ma forse potremmo aprire uno spazio di umanità ed empatia almeno in questi casi, e lasciare che almeno per un attimo si possa accompagnare chi va via.
Restate a casa, quindi, se questo è l'unico modo che abbiamo per cercare di salvare i nostri anziani e anche noi che senza la memoria delle nostre vite non siamo nulla.
Se questo è un uomo.
alle marzo 18, 2020 Nessun commento:
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martedì 17 marzo 2020

Safe Area Italia: I giorni che sembrano non passare mai . Spaesamento.

E' così i giorni passano ma hanno una durata diversa.
Vi ricordate quando dicevamo (appena pochi giorni fa) "ci vorrebbero giornate di 48 ore " per fare tutto quello che abbiamo in mente.
E vi ricordate quando la sera arrivavamo stanchi e trafelati dicendoci che avevamo davvero bisogno di una vacanza?
Tanto ci siamo lamentati che qualcuno (chissà chi …) ci ha pensato e ora abbiamo tutto il tempo possibile e con un po' di fantasia possiamo immaginare che quella che stiamo vivendo è una sorta di vacanza.
In realtà penso che quello che stiamo vivendo sia molto simile ad uno stato alterato della coscienza.
Chi conosce i lavori di Carlos Castaneda? E degli effetti del peyote e dei rituali che permettono allo spirito di separarsi del corpo e volare?
I libri di Castaneda sono i primi che ho letto nel mio percorso di antropologo e seppure non abbiano influito sulle mie ricerche successive, spesso ritornano nelle mie riflessioni.
Non so, ad esempio, capita solo a me di sentirmi spesso svuotato, distratto, come la mente non fosse realmente qui. Ne ho parlato con alcuni amici anche loro provano la stessa sensazione.
E' una sensazione di spaesamento, come davvero se l'anima seguisse passi differenti dalla nostra forma umana.
Viviamo in una sorta di mondo parallelo, sperando che quello che stiamo vivendo sia un sogno.
E mi viene in mente questa bellissima canzone di De Gregori "Cercando un altro Egitto" e quella frase : " Non può essere vero … non è più vero niente "
alle marzo 17, 2020 Nessun commento:
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domenica 15 marzo 2020

Safe Area Italia: l'inutilità del "dove sei?"

I giorni passano, le mascherine mancano, le persone in qualche modo sopravvivono inventano nuovi modi per esorcizzare la paura, la noia, e perchè no, la paranoia.
E' evidente che la nostra vita è completamente cambiata e sarà così per lungo tempo, e cambia anche il nostro lessico familiare.
Ha perso valore ad esempio la domanda: "dove sei?".
Domanda inutile, direbbe Battisti, ed è così. Tranne per le poche persone costrette comunque a lavorare in questi giorni ha davvero perso senso chiedere : "dove sei?".
La risposta è chiaramente la stessa " a casa", e non potrebbe essere diversamente, perchè anche per chi sta trasgredendo le norme, e purtroppo non sono pochi, rivelare la propria presenza comporterebbe la configurazione di un reato.
E allora ecco che assume un valore preminente, più che mai la domanda: "come stai?". Fino a pochi giorni fa era più che altro una norma di buona educazione chiedere "come stai?", ora è la domanda per eccellenza e la risposta si colma di significato. Mai come in questo momento sono fondamentali le nostre storie di vita.
E ancora quante volte abbiamo ripetuto ai nostri vicini, cari, amici, "ti sei lavato le mani?".
Sembra quasi di essere tornati tutti bambini.
E dite la verità, quanti di voi nei messaggi inviati ci stanno pensando due volte nello scrivere "ti abbraccio"?
Mi chiedo se dopo questo periodo, che, diciamocelo con sincerità sarà più lungo di un mese, saremo ancora capaci di abbracciarci.
E chi ce lo dirà quando tornerà il tempo dell'abbraccio?
Sarà in una conferenza stampa della Protezione Civile?
E ci fideremo?
Sarà bello ricominciare a chiedere: "dove sei?", e che a questa domanda possa seguire una risposta del tipo "sono a ... (scegliete voi, cinema, teatro, libreria, ristorante...) e sentirsi rispondere subito dopo "ok a più tardi ti abbraccio".
Vi abbraccio ... Buona serata.
alle marzo 15, 2020 Nessun commento:
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venerdì 13 marzo 2020

Safe Zone Italia: Prypiat, Roma e altre assenze



Se devo cercare un'analogia con quanto stiamo vivendo in questi giorni mi vengono in mente un paio di esempi.
Nel corso dei miei viaggi ho avuto occasione di visitare alcuni luoghi abbandonati il  più celebre sicuramente è Prypiat, la città fantasma nella zona rossa di Chernobyl.
In tutti questi luoghi quello che si percepisce come veramente significativo è la percezione dell'assenza.
Un'assenza, consentitemi il gioco di parole, della presenza antropica, la mancanza di quello che rende unica la città.
Perché in un posto perché in un luogo  inaccessibile è normale aspettarsi il silenzio.
Mentre in una città quello che è normale è aspettarsi il rumore o il suono della vita quotidiana.
Sembra una situazione banale ma non è così.
Innaturale è proprio il silenzio, inteso come assenza, inteso come qualcosa che non è naturale percepire.
Se si cammina per pripyat  si percepiscono  perfettamente  suoni della natura che si riprende la città.
E questo mi fa pensare a un romanzo bellissimo  After London  in cui l'autore, Jeffreys, narra della scoperta del nuovo mondo dopo una catastrofe che non precisata  lì dove Un tempo era Londra.
In questa come in molte opere di Ballard la natura si riprende la città è una sorta di rivincita nei confronti di chi ha costruito su un luogo sacro profanandolo.
In questi giorni in cui ci sentiamo tutti alieni, anime sospese in attesa che ritorni la normalità nel frattempo sono i suoni della natura che si riprendono il loro ruolo principale nella sinfonia della città.
Devo dire che mi piacciono i luoghi abbandonati, quello che mi interessa non è propriamente quello che vedo ma le storie di vita di chi prima viveva quei luoghi e che permea gli edifici, le strade, i parchi.
È quella un assenza piena di voci che se ci mettiamo in ascolto riusciamo a percepire.
anche in questi giorni questa assenza di presenza umana racconta più che in altri periodi della nostra presenza attraverso le nostre storie celate.
Quindi in questo silenzio in quest'assenza c'è comunque vita.
Oltre ai luoghi  la cui assenza dell'uomo  è dovuta a una catastrofe ci sono altri luoghi di cui percepisco una somiglianza con quanto viviamo in questi giorni.
Si tratta di luoghi in cui l'assenza dell'uomo e in un certo senso voluta  in cui partenza dell'uomo è solo temporaneo.
Sto parlando delle località turistiche estive che in molti casi in inverno si svuotano  completamente.
Nel periodo in cui ho vissuto continuativamente a Maiorca in inverno spesso  mi sono trovato  a passeggiare in alcune località in cui prevalentemente ci sono solo alberghi.
In alcune di questa località durante l'inverno non abita praticamente nessuno e  come in questi giorni era possibile sentire ogni piccolo rumore suono respiro.
Per cercare di pensare al futuro con una piccola dose di ottimismo dovremmo pensare alle nostre città come ad alcuni di questi luoghi turistici, immaginarci in un inverno di attesa pronti ad affrontare l'estate e a riprenderci i silenzi e i vuoti che ora ci sembrano incolmabili.
Animo fratelli e che sia resistenza e poi mai come oggi resilienza. 
RispondiInoltra
alle marzo 13, 2020 Nessun commento:
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mercoledì 11 marzo 2020

Safe Zone Italia: giorno 2

Pandemia ... fa paura solo a sentire la parola vero?
Pandemia ... non riesco a togliermi dalla mente questa maledetta parola.
Ora non è più il virus dei Cinesi dei Coreani e degli Italiani, è mondiale, è intorno ad ognuno di noi.
La città è silenziosa, ferita, e mi viene in mente un fumetto, anzi un'opera d'arte disegnata di alcuni anni fa:


Juan Salvo, L'Eternauta, la nevicata radioattiva, il silenzio tutto intorno, l'impossibilità di uscire e l'incapacità di comprendere cosa sta accadendo, e la paura che ti prende allo stomaco che come Juan Salvo non rivedremo i nostri.
Ma bisogna sperare sempre, sperare che davvero ci sia una via e se c'è dobbiamo per forza di cosa cercarla insieme.
Perchè ora dopo molti anni finalmente e purtroppo qualcosa ci unisce indissolubilmente, si chiama COVID-19 e dobbiamo cancellare il suo nome dalla terra.
Concludo con una parte del testo della nuova canzone dei Pearl Jam "Dance of Clairvoyant" :

Numbers keep falling off the calendar's floor
We're stuck in our boxes
Windows open no more
Collecting up the forget-me-nots
Not recalling what they are for
I’m in love with clairvoyants
'Cause they’re out of this world


Coraggio fratelli e amici
alle marzo 11, 2020 Nessun commento:
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Poesie per i tempi oscuri: il mio dono per affrontare questi giorni sospesi !!!


Damiano Gallinaro



Poesie per i tempi oscuri

  







Per tutti noi

11/02/2020



Sono tempi bui in cui c’è bisogno di bellezza di arte, di speranza.

Ognuno di noi è chiamato a donare qualcosa, una parte di sé in questo mondo sospeso, ed io di mio ho questo, le mie piccole creazioni.

Si tratta di poesie scritte alla fine degli anni novanta quando ancora scrivevo molte poesie ad eccezione della prima che è stata scritta pochi mesi fa in ricordo di un angelo stupendo volato via troppo presto, un angelo che amava la musica e la poesia.

Non ho molte altre parole, spero che queste poche composizioni vi distraggano per qualche attimo da questi giorni pieni di ansia e paura.

La poesia, l’arte, la letteratura, la musica anche in questo caso salveranno il mondo.

Resistenza e poi resilienza questo è il nostro presente e il nostro futuro.

Buona lettura












Come un angelo



Ad Elma volata via troppo presto



E nonostante sapessimo,

fossimo coscienti

che saresti volata via,

io, sorella mia, non ero pronta

a perderti,

a concedere che un Dio

ti prendesse con te

rendendoti un angelo d’oro e d’argento.



Perché tu eri già un angelo qui in terra,

quel tuo sorriso che riempiva i giorni

le notti a Sarajevo passavano tra musica e poesia

e il tuo sguardo che seguiva il mio.



Sorella mia,

dove sei adesso

guida i miei passi

come facevi un tempo,

come due gemelle

vivevamo il nostro tempo

eri la mia parte di cielo

l’ala che mi spingeva in alto.



E la tua musica è ancora qui,

e nel giardino io l’ascolto,

mi hai detto

questa è la tua canzone

la canzone che ti rappresenta

e come un angelo

hai preso il volo.



Dimmi sorella mia,

dolce metà del mio mondo,

come il tempo lassù

è davvero infinito e profondo

ti permettono di guardarci

mentre ci rotoliamo a fondo

lottando contro il marcio del mondo?



FRATTURE







Uomini caduti dal cielo

Infrangono il fragile equilibrio

Del cielo terso

Compiendo evoluzioni

Fra aerei e calunnie



Fratture e cesure

Uomini senza paura

Che si fermano a pensare

Su un'altura a meditare

Su fratture del sogno

E di vita.



Si frange il fragile equilibrio

E cade ancora l'uomo

Come angelo caduto

Dal cielo

A frangere l'equilibrio

Di una muta natura.













































UN CRISTO PER OGNI BANDIERA





Il mattino del mondo

Un uomo si è svegliato

Ha detto:

" Io credo in Cristo

Lui è dalla nostra parte "



Il giorno dopo

Un altro uomo si è svegliato

Ha detto:

" Cristo aveva falce e martello "

invero a me sembra

che con chiodi e martelli

lo crocifissero.



Un altro giorno ancora

Un altro uomo si è svegliato

Ha detto:

" Cristo ha detto che

c'è una razza perfetta

il Popolo di Dio "



Stamattina

Anch'io mi sono svegliato

E ho detto:

" Povero Cristo travisato ".

































DESAPARECIDOS



Sul tuo corpo

C'è passato il mondo

Come un carro sul fieno

Nelle tue piaghe e nel tuo sangue

Quello scorso negli anni del mondo

Nell'urlo tuo al Padre

L'urlo di mille madri

Di desaparecidos



O mama desaparecida

Perché cerchi nel mondo

Chi non c'è più?

Questa frase un giorno lontano

La disse un angelo

Ora la urla

Un Generale.



Un bel cambiamento davvero

Ed il mondo li

A far da magnate

Alle ingiustizie

Dell'uomo animale









































QUANDO TU VORRAI

( PER SEMPRE AMORE )





Quando tu vorrai

E quando io vorrò

Amore mio

Ci guarderemo

Come non ci siamo mai guardati

Ci baceremo

Come non ci siamo mai baciati

Ci lasceremo

Come non ci siamo mai lasciati

Come allora sempre diremo

Ci siamo amati.

E forse per una volta ancora

Ci siamo illusi

E abbiamo aggiunto una pietra

Ad un'altra pietra

Fino a formare un muro

A cui tu

Se vuoi

Puoi dare un nome

O se vuoi

Lo chiameremo ancora

Amore





































CI SON PAROLE





…Se il tempo passa

ed io resto però

devo dirti due parole

preziose come le gemme

che si usan tanto

ma che nessuno

sa pronunciare



Ti dirò:

" ti amo…"

e ci vuole una vita

per dirlo



Perché l'amore

Se vero

Dura una vita

Superando le parole

E scindendo l'alfabeto

In sospiri.













































QUESTO E' AMORE



Dedicata a

Ruggiero di Lollo



Questo è amore

Quando ti alzi al mattino

Ed esclami

Guardando la luce

Di un cielo terso

" Che bello essere vivi…"

E dopo

Baci il mare…































































RIMA





Uno gnomo salta

La rosa

La cavalletta salta

A iosa

Il grillo canta

L'Aida

Io son qui

Con la mia

Rima.





























































IO





Io son quello

Che di notte

Sogna i tuoi occhi

E di giorno

Vi si specchia.



Io son quello

Che di giorno

Fugge i ricordi

E di notte

Ci sguazza dentro



Io

Insomma

Son quello

Che di notte

Sogna

E di giorno

Spera.













































TUTTO





Ricorda tutto amore

Ciò che è stato

E ciò che non è stato

Quel che abbiamo

E non abbiamo amato



Ciò che siamo

E ciò che siamo stati.



Ricorda tutto

Perché tutto vale

Anche se ci sfugge il senso.



Ma perché chiederselo

Il senso

Se vivere è già difficile.



Tutto ricorderai

Per il senso che darai

Alla tua vita

Per l'amore

Che ancora darai.



Tutto.



































I MORTI DI BAGHDAD





I morti di Baghdad

Non hanno un'urna

Né tomba

Sul loro misero corpo

Solo un sacco nero

Che una pala ricopre



I morti di Baghdad

Hanno solo un peccato

Da scontare

Non aver

Prima di allora

Ascoltato il canto

Del Cormorano.



I morti di Baghdad

Aspetteranno invano

Come i neri cormorani

Di esser

Vendicati.











































PER TE



A Clara





Se ci fossero parole adatte

Te le regalerei

Se ci fosse regalo consono

Te lo regalerei

Ma come faccio a donare

A chi dono si è fatto già?

Cosa posso donare

A chi è già dono giornaliero

Il dono più grande

Sono le mie insicurezze

Le mie tenerezze e terribili paure

Quello svegliarmi di notte

Col cuore che batte

E la paura del tempo che vola

Con un unico pensiero consolante

Un unico volto

A dirmi che vale la pena essere vivo



Il tuo

E il tuo sorriso

Dono infinito.









































CELLE





Dimmi, sai cos'ho provato

Quando la porta di ferro

Si è chiusa dietro di me?



Quando il cancello

Si è chiuso di botto - clang -

Tagliando i ponti col mondo?



Dimmi, sai cos'ho provato

Nel rannicchiarmi sul letto duro

E nello stringermi nella coperta militare?



Dimmi, sai cos'ho provato

Guardando il tuo viso fuori dallo spioncino

Mentre cercavi di dare un senso

A qualcosa che non approvavi?



Sai che cos'ho provato?



Pena



Per me per te

Per il mio amico recluso con me

Per questo mondo

Che ne io ne tu

Abbiamo realmente voluto



E non basta dire

Anche questo passa.





















LAMENTO DI UN SOLDATO IN UNA NOTTE DI FINTA PACE



I



E guardo fuori

Nella foschia che copre il bosco

Davanti la trincea

E penso al tempo che è passato

E non ritornerà

E spero che ci sia ancora

L'ora dell'ultimo pensiero al mattino

Quando il cielo è ancora scuro

E il giorno inizia

Lì dove finisce la notte e il sogno



Ed io mi ritrovo solo

A chiedere al mio cuore

Ancora il tempo di un saluto



E i primi spari sul monte sacro

E la prima morte

E il bacio non dato



E questo destino che io non posso fermare

E' tutto scritto in un libro

Che io non posso guardare



C'è scritto che morirò in trincea

E che questa lettera si perderà

Nella mia ultima ora

Dinanzi al nemico.



























II



E' un uomo come me

Guardo le sue lacrime

E lui guarda le mie

E questa assurda guerra.



E il nostro giorno finito

Domani sarà ancora alba

Ed io sono ancora vivo



E penso al fango

Al tuo dolce sorriso

Alle tue mani calde

E al tuo ultimo sguardo

Quando al mattino presi il mio sacco

E volai via lontano da te.























































III



Su questo paese di guerra

Che io non voglio difendere

Oggi nasce di nuovo il sole

E io piango d'amore

E questa lettera partirà con me

Il giorno in cui

Il mio fucile si rifiuterà

E le mie lacrime

Le sole mie

La terra calmeranno

E infiniti saranno i giorni…



… Con te



Nel prato dinanzi al cielo

Dove con calma

E con i fiori in mano

Io…

… ti aspetterò…















































2000 ( I )





E quante cose sono cambiate

In questo scorcio di millennio

Dentro e fuori questo tempo

Che sembra non finire mai

Scorre piano il nostro tempo

Ed io sono ancora qua

A fare i conti con il vecchio millennio

Che sconti davvero non ne fa



E di cose ne sono cambiate

Nel volger di poche lune

Di quel che ero la scorsa estate

Restan segni come piume

Che volano senza meta nel cielo d'inverno

E si confondono con le nubi

E si perdono nel vento.



Poche cose non cambiano

Cambia spesso umore il cuore

Ha i suoi limiti e le sue pure

E spesso batte anche quando fuori piove

E non c'è sole né speranza

Nell'ultimo amore vaneggiato

E rimane la certezza

Di quel rapporto consolidato.

































II



E come cambia il tempo

Delle stagioni del novecento

Nel duemila

Non cambia niente

Se non che sono solo

Un po’ più vecchio.



E mi ritrovo a fare i conti

In questo paradossalmente

Con una nuova forza che emerge

E mi sento vivo e giovane

Nuovamente.



E rincorro ancora i miei sogni

E le mie mille utopie

Mi ritrovo di nuovo a sognare

Rivoluzioni e poesie

E ne scrivo quattro o cinque

Per farle diventare canzoni

E non cambia una cosa sola

Sono un poeta

Fuori dalle convenzioni









































III





E se pur tra tanti cambiamenti

Posso dirlo apertamente

Avrò sbagliato tanto

E tanto sbaglio o niente

Ma una cosa posso dirla onestamente

Quello che ho

L'ho avuto lottando

E il mio culo

Non l'ho dato ad alcun servente.



Non mi sono buttato via

Pagando qualche lira

Sono quel che sono

E ringrazio Dio



A chi ha dato il culo

Posso dire solamente

Io al mattino mi alzo col sorriso

E di notte

Dormo profondamente.


alle marzo 11, 2020 Nessun commento:
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