giovedì 5 maggio 2022

Verso Kustendorf 2022. Tra Utopie, distopie, in un tempo ancora sospeso

Non tornavo in Serbia dal gennaio 2020, poche settimane prima che il mondo cambiasse, prima che iniziasse la follia che avrebbe mutato la nostra percezione del mondo e della vita stessa. Nei mesi successivi, nel 2021, sono riuscito a tornare nei Balcani del Sud, in Croazia e Bosnia e potete leggere il reportage a questo link https://www.damianogallinaro.it/category/blog/. Ma non ero più tornato in Serbia da quella che era stata la tredicesima edizione del Festival Kustendorf, che annualmente si tiene tra i monti al confine tra Serbia e Bosnia, in Gennaio, nel villaggio di Drvengrad pensato e creato dal regista Kusturica nei luoghi in cui aveva girato quello che considero uno dei suoi ultimi film meglio riusciti, "La vita è un Miracolo". In questi giorni avremo tempo di parlare a lungo di questo luogo pieno di suggestioni e per prepararvi vi invito a leggere qualcosa che ho scritto negli ultimi dieci anni durante quella che è divenuta nel tempo una vera e propria ricerca etnografica. Sul mio sito web trovate un breve racconto di viaggio https://www.damianogallinaro.it/kusturistan/ Sarà un'edizione del festival molto particolare perchè la prima in presenza dopo la Pandemia (se vi va di leggere un report dell'edizione in remoto del Kustendorf 2021 http://trabalcanieatlantico.blogspot.com/2021/01/kustendorf-2021-riflessioni-margine-di-.html) e soprattutto perchè si svolge mentre in Europa stiamo vivendo una guerra che è solo l'ultimo terribile atto di un conflitto sotto traccia iniziato nel 2014. Una guerra in cui l'anfitrione del festival, come in parte anche il governo e la popolazione civile serba, ha scelto di appoggiare la "parte sbagliata". E non è la prima volta che il "Professore" come lo chiamano da queste parti sceglie "la parte sbagliata", anzi Drvengrad nasce probabilmente proprio dalla necessità di ricreare la "sua" Sarajevo quella da cui si era sentito tradito e che aveva dovuto abbandonare perchè divenuto "persona non grata". Ma chi ha trdaito davvero chi? E' complicato dirlo, ma ci torneremo, quel che è certo è che durante le guerre in ex Jugoslavia degli anni novanta del secolo scorso è stato davvero difficile stabilire con certezza chi abbia tradito l'idea stessa di Jugoslavia, senza cadere in tristi retoriche nazionaliste. Ma quello che ci interessa almeno per oggi è che Kusturica sceglie di diventare una nuova persona nei primi anni duemila, anche nel nome, scegliendo di chiamarsi Nemanja e non più Emir (anche se non è proprio del tutto così), abbracciando la fede ortodossa e scegliendo la nazionalità serba.Tutto questo nel tentativo di dare una risposta alla domanda che si pone nel suo libro di memorie "Qual'è il mio posto in questa storia?". Chissà se Emir Nemanja Kusturica lo ha davvero trovato il suo posto nella storia, io la mia idea negli ultimi dieci anni me la sono fatta, ma chissà che non glielo possa chiedere direttamente tra un film e l'altro, nella quiete di Drvengrad, tra una birra e una rakija, lì dove tutto sembra possibile ma va maneggiato con cautela. Ma prima di salire sui monti c'è una città da raccontare, Uzice, la città dei partigiani di cui trovate un primo reportage proprio in questo blog (Istantanee di viaggio del 2014), e che dommani vi racconterò, parlandovi soprattutto del forte legame che ancora oggi lega la città al Maresciallo Tito. Se volete seguirmi nel frattenmpo ecco i luoghi virtuali in cui potete trovarmi: ww.damianogallinaro.it instagram: esplorandoibalcani FB: damiano gallinaro E presto su Speaker con il primo podcast. Buona giornata a tutti e che sia sempre viaggio e libertà.

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