mercoledì 27 novembre 2013

Prendere o lasciare? Chi entra e chi esce dall'Europa.

Negli ultimi giorni in Moldova e Ucraina l'eventuale accordo di associazione dei due paesi ex sovietici ha portato in piazza tante persone sia nei paesi di provenienza sia nella diaspora, e spesso per motivi opposti.
Mentre in Ucraina il governo del paese ha deciso di rinunciare alla firma dell'accordo con la U.E., in Moldova è forte la spinta verso l'Europa Unita, e in questo caso il governo ha preso una decisione opposta cercando di accelerare le procedure di associazione di questo piccolo paese alla U.E.
Le proteste di piazza hanno seguito orientamenti opposti: mentre in Ucraina la gente è scesa massicciamente in piazza per chiedere al governo di confermare la voglia di Europa del popolo, in Moldova in tanti sono scesi in piazza per dire no all'associazione con la U.E.
Diversa, invece, la reazione di chi vive la diaspora, decisamente a favore dell'ingresso nella U.E. del proprio paese.
Perchè tutto ciò?
Cerco di leggere questi eventi alla luce della conoscenza che ho dei due paesi, sicuramente una conoscenza non perfetta ma che è frutto dell'analisi della situazione politica negli ultimi anni.
E' chiaro che in un modo o nell'altro dietro queste spinte c'è l'ingombrante presenza del satrapo Putin che nei due paesi ha una grande influenza.
L'influenza è più forte e più evidente in Ucraina, quello che era il granaio dell'Unione Sovietica, un grande paese che Putin non può perdere, l'accesso dell'Ucraina nella U.E. significherebbe un avanzamento dei confini europei quasi fino al cuore del suo regno.
Influenza altrettanto forte e meno visibile in Moldova dove però la Russia ha ben più che un interesse culturale e politico, bensì militare e reale. L'accesso della Moldova nella U.E. comporterebbe la risoluzione in un modo o nell'altro del nodo Transnistria, il luogo in cui la Russia ha un "accesso diretto" all'Europa. Cosa succederebbe in caso di accesso della Moldova alla U.E.? La Transnistria seguirebbe nell'Europa Unita o finalmente realizzerebbe il suo sogno di unirsi anche fisicamente alla madrepatria? E cosa succederebbe in Moldova a livello sociale alla minoranza russa?
C'è un'altra cosa evidente se si conosce un po la realtà di questi paesi, la drammatica spaccatura che esiste tra giovani e anziani. I giovani vedono nell'Europa la speranza di un futuro migliore, gli anziani l'affossamento delle poche tutele che ancora resistono dal crollo del regime sovietico. E' un dato di fatto che chi ha sofferto di più sono stati gli anziani, forse i molti che protestano contro l'Europa.
Sia come sia, il vento forte che soffia alle porte dell'Europa Unita avrà sicuramente il suo peso nei prossimi mesi, cosa diversa a mio parere si si analizzano le eventuali conseguenze dei venticelli ridicoli che soffiano in due luoghi europei: la Scozia e la Catalunya.
E' di oggi la notizia della pubblicazione del libro bianco sull'Indipendenza della Scozia, un lungo libro che alla fine arriva a questa conclusione: manteniamo la regina e la sterlina, niente cambia nei rapporti con i nostri vicini, rimaniamo in Europa , però siamo indipendenti. Indipendenti da che e perchè? Soldi perduti per nulla.
Come i soldi che da anni Artur Mas "reggente" della futura Repubblica di Catalunya spende in giro per l'Europa e per il mondo per pubblicizzare il futuro Referendum per l'indipendenza che si terrà, forse, a pochi giorni da quello scozzese. Nel tempo l'ondivago Mas è passato da vedere nel Kossovo il modello di secessione fino al modello scozzese, e in un recente viaggio in India ha affermato che da sempre Gandhi è il suo riferimento per la secessione della Catalunya, offendendo così la memoria di chi ha combattuto davvero per l'indipendenza.
Ci sarebbe ancora da raccontare molto su Artur Mas, ma basta cercare sul web e si comprende la statura dell'uomo, quello che è evidente è che l'80% dei catalani l'appoggia e appoggia le sue spese per un referendum sul nulla.
E' evidente ancor di più che ciò che accade ad Est anche se in modo controverso ha un alto valore e avrà un grande impatto sull'Europa a venire, mentre ciò che accade in Scozia e Catalunya può essere solo visto come un imbroglio e una truffa nei confronti dei propri paesi.
Ma al popolo piace avere una lingua diversa, una moneta che vale quanto il doblone dell'isola di Pasqua e qualcosa con cui distrarsi dai veri problemi.
Evviva la Scozia e la Catalunya e la loro indipendenza dal nulla.

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