Raggiungere Srebrenica da Mokra Gora non è
facile, si devono attraversare il Monte Tara e il suo meraviglioso parco
naturale, per poi raggiungere il paese di Bajina Basta.
Banjina Basta (Giardini di Baja) piccola città
di confine, nacque in seguito alla cacciata dei turchi dall’antico villaggio
di Plijeskovo. Prese questo nome dalla ricchezza floreale dei dintorni. E’
famosa anche per il suo tabacco il "bajinac".
Il piccolo paese è però ricordato anche per cose meno piacevoli. Paolo
Rumiz nel suo libro “Maschere per un massacro" racconta come fino al 1995 a
Bajina Basta fosse usale il “weekend di
guerra” in Bosnia. La gente del posto andava ad ammazzare Musulmani e a
rastrellare automobili, trattori, denaro e vestiti e poi tornava nel suo territorio per vendere gli oggetti trafugati. Non e' purtroppo l'unico esempio di "economia di guerra", nel corso della guerra vari paesi hanno approfittato di questa triste attivita' transfrontaliera.
Superata Bajina Basta si apre la via che percorre in parallelo il
fiume colmo di storia e dolore che divide la Bosnia dalla Serbia: la Drina.
La Drina è un fiume bellissimo: immenso in
alcuni tratti, verde e trasparente, dove la storia e le storie si sono spesso
incontrate e scontrate.
Piccoli villaggi bosniaci e serbi si
specchiano nel fiume e si guardano, si fronteggiano, senza potersi raggiungere,
confondere. Il grande fiume è attraversabile solo in pochi punti, a Visegrad naturalmente, poi dopo molti chilometri a Ljubovija
e alcuni chilometri più a nord a Mali Zvornik , vecchio quartiere periferico della città
bosniaca di Zvornik, divenuto città solo con la costituzione della frontiera e che
ancora è legato alla città-madre da un ponte pedonale e uno carrabile.
Ma c’è un altro punto dove si può attraversare
la Drina, alla frontiera con Bratunac, la porta per raggiungere Srebrenica.
Superata Lijubova, infatti, dopo pochi
chilometri, se si svolta sinistra, seguendo le indicazioni si finisce
repentinamente dinanzi alla sbarra che chiude la frontiera tra Serbia e RSB.
Soliti controlli puntuali ed efficienti alla
frontiera sul lato serbo.
Si supera un vecchio ponte in ferro che
ricorda quelli di Eiffel, un ponte che fa paura per il suo stato fatiscente e
per la storia terribile che lo ha attraversato.
( foto tratta dal sito http://ekapija.ba)
Il posto di frontiera posto dalla parte della
RSB è quanto di più fatiscente e precario abbia mai incontrato nei miei viaggi
di frontiera: un solo gabbiotto, un poliziotto a fare viabilità. Pochi
centimetri dopo il gabbiotto se si svolta a sinistra si va verso Bratunac.
Il poliziotto di frontiera mi augura: “Good
luck”, forse un presagio.
Sulla strada per Bratunac inizio a percepire
di essere in una sorta di terra ostile, e il fatto di guidare una macchina con
targa serba probabilmente non depone a mio favore.
Mi perdo all’ingresso di Bratunac, non riesco
a trovare la strada per Srebrenica. Chiedo in giro, qualcuno fa quasi finta di
non sapere dove sia, altri sorridono, una signora finalmente mi indica la
strada.
A Bratunac lo scorso anno venne organizzata
dai nazionalisti serbi la contro manifestazione nel giorno in cui viene
ricordato il massacro di Srebrenica, la mattanza di Srebrenica.
Pochi chilometri separano Bratunac dal
memoriale di Potocari, un immenso prato di steli bianchi.
Sono terra ancora divise e tese, in cui forse
non è ancora tempo di ricucire memorie.
Sulla strada di ritorno verso Belgrado con il
cuore colmo di pensieri e domande, la Drina è la compagna silenziosa e placida,
scorre lenta in questi luoghi.
Si arriva a Loznica e da qui si vira verso
sinistra e si abbandona il corso della Drina per entrare nella pianura della Vojvodina che è la propaggine più a sud della
Pustza Ungherese.
Si attraversa Sabac, conosciuta fino
all’inizio della I Guerra Mondiale come “La piccola Parigi”, poi si svolta a
sinistra verso Ruma e Sremska Mitrovica e si prende il breve tratto
autostradale che porta verso Nis.
L’ingresso a Belgrado è una bolgia di traffico
e di terribili sensi unici, per arrivare alla stazione siamo costretti a
circumnavigare il centro.
E’ sera, inizia a fare freddo.
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