venerdì 7 febbraio 2014

Istantanee di viaggio. Da Belgrado a Uzice.

Il viaggio in terra balcanica stavolta inizia dall’aeroporto di Belgrado dove arrivo dopo uno scalo tecnico a Zurigo.
La città mi accoglie con il suo solito  traffico, il fumo  di mille sigarette e l’odore penetrante del carbone che riempie l’aria.
L’Hotel Beograd è “old communist slyle”, essenziale, forse mai rinnovato, tranne la camera che mi viene assegnata, dipinta di fresco ma davvero con poca maestria. Forse gli sbuffi di vernice sono stati lasciati apposta per dimostrare la recente riforma degli ambienti.

La sera a Belgrado è incredibilmente calda, è un inverno atipico, ben 11 gradi. Il bel tempo consente di percorrere le mura e i giardini della Fortezza  Kamelegdan di notte. Luce e viste spettacolari sulla città e i due fiumi.

La sera a cena il luogo prescelto è la storica Kafana ?, forse diventata piuttosto turistica, ma i piatti sono abbondanti e il vino buono. La musica in sottofondo concilia con il mondo.
La notte passa in fretta e arriva il mattino e via in macchina verso Mokra Gora e il Festival di Kustendorf.
Uscendo dalla tangenziale belgradese, all’uscita per Cacak , una folla immensa e un immenso prato pieno di macchine usate. La polizia fa viabilità, tante le persone che cercano di fare un affare. La scena si ripete più volte sulla strada. La domenica del villaggio.
Fino a Cacak, conosciuta precedentemente con il nome di Gradac , la strada scorre proponendo pochi punti di interesse.
Superata Cacak , la strada verso Uzice è invece ricca di punti di interesse paesaggistico e culturale.
La strada segue le gole e il letto del fiume Detinja . E’ una zona che ha un profondo legame con la storia della chiesa ortodossa, sono  almeno una decina le indicazioni che segnalano la presenza di antichi  monasteri.
 Si arriva ad Uzice città dei partigiani. Liberata nel 1941 fu proclamata centro  del territorio chiamato “Repubblica di Uzice” . I partigiani riuscirono a mantenerne il controllo per 67 giorni fino a quando i tedeschi la presero operando una tremenda rappresaglia. In ragione di questi avvenimenti la città passò a chiamarsi Titovo Uzice nome che mantenne fino al 1992. Uzice è l’unica ad avere avuto in una sua piazza la statua di Tito. La seconda era posta in una piazza della sua città natale. Ora giace nel piccolo ma interessante museo della città dove si narra anche della strenua resistenza della Repubblica partigiana di Uzice. 

Nessun commento:

Posta un commento

Beldocs festival tra memoria e attualità? E se quello che vediamo non fosse davvero "fiction"?

Si è aperto mercoledì con la proiezione di "Another Spring", film serbo in prima visione su come la Jugoslavia nei primi anni se...