lunedì 10 febbraio 2014

PGGV n. 3: Istantanee di Viaggio: da Mokra Gora a Visegrad



La strada per Mokra Gora è paesaggisticamente interessante, per un tratto anche in questo caso si segue il fiume per poi voltare verso le montagne ai confini con la Bosnia. Se invece si prosegue  in direzione di Zlatibor si arriva, dopo circa cinque ore ,direttamente alle porte della capitale del Montenegro, Podgorica.
Prima di arrivare a Mokra Gora si attraversa il piccolo paese di Kremna patria di profeti, Milos Tarabic e il più conosciuto Mitar Tarabic di cui si possono ancora visitare le tombe nel cimitero cittadino.

Più avanti si trova la prima stazione della leggendaria strada ferrata a scartamento ridotto  Uzice – Vardiste che collegava Belgrado a Dubrovnik, in attività fino al 1974 e poi recuperata in alcuni tratti come ferrovia turistica all’inizio del 2000.

La sua storia si incrocia con quella di Emir Kusturica e la sua Utopia, ma ne parleremo approfonditamente, ora è il tempo di una nuova istantanea.
Mokra Gora (Collina Bagnata) è  un piccolo villaggio al confine con la Bosnia.  E’ rimasto per decenni addormentato e abbandonato a se stesso fino al risorgere della “fenice”, la leggendaria ferrovia dell’”Otto di Sargan”, e all’arrivo di Kusturica che ha costruito  il villaggio di Drvengrad  sulla collina di Mecavnik e la stazione di Golubuci per il meraviglioso film “la Vita è un Miracolo”.

Per il festival Kustendorf , Drvengrad è tutto pieno, così l’alloggio che mi viene assegnato è qualcosa che per me che amo i treni ha qualcosa di davvero magico: si tratta di una delle camere in affitto nella casetta del capostazione nella stazione di Jatare dove due volte al giorno passa il treno turistico.


Silenzio ovunque, un ruscello che scorre costantemente, e un panorama indimenticabile dal lucernario, peccato la luce arrivi troppo presto e renda difficile dormire.

La ferrovia che collegava Belgrado a Dubrovnik passava anche da Visegrad, la città del ponte di pietra reso leggendario dallo scrittore Ivo Andric.
Per arrivare a Visegrad si supera la frontiera con la Repubblica Serba di Bosnia presso il valico di Mokra Gora/Vardiste. Il posto di frontiera è poca cosa, due gabbiotti e poco più, ma i controlli sono puntuali e attenti.
Subito dopo il posto di frontiera con la Repubblica Serba di Bosnia, due baracche nel nulla e una sbarra alzata a mezz’asta sotto cui si passa con la macchina, si incontra la stazione dove terminava il primo tratto della leggendaria ferrovia: Vardsite, un piccolo villaggio senza interesse particolare.
Pochi chilometri dopo però ecco apparire all’orizzonte l’antico e ben tenuto monastero di Dobrun, la ferrovia ci passa accanto, il treno aveva una fermata anche li proprio a pochi centimetri dal monastero.


Superato Dobrun la strada scende verso la valle e verso Visegrad che mi accoglie ricoperta di nubi bianche.
Visegrad é poca cosa, una chiesa ortodossa, la vecchia stazione dei treni in attesa di essere riformata, e il meraviglioso ponte in pietra.


Mi domando: se Kusturica non avesse costruito in un ansa del fiume la città di pietra di Andricgrad nel suo sogno di utopia e grandezza,  per che cosa una persona dovrebbe farsi chilometri di viaggio? Basta davvero il ponte? E’ innegabile , al di là di ogni valutazione politica, che le “creazioni” di Kusturica in queste zone di confine hanno dato una svolta importante al turismo. Penso si possa parlare senza esagerare di ” Kustuland la terra di Kusturica, una terra di legno, pietra, celluloide e utopia.


Di ritorno, al posto di frontiera tra Repubblica Serba di Bosnia e Serbia,  al poliziotto basta guardare la targa della macchina per farci passare senza neanche controllare i documenti. La macchina ha targa serba, forse questo ci rende parte di una fratellanza di confine.
Kustendorf e la sua magia riempiono i giorni successivi,  tra musica e film che difficilmente si potranno vedere nelle sale ma che sono specchio di nuove e vecchie magie e perché no spaccati della malvagità e della violenza quotidiana. Ma anche di questo ne parleremo a parte, difficile contenere tutto in istantanee di viaggio.

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