giovedì 21 marzo 2013

Dal Carnevale alla Pasqua. Riti e tradizioni religiose e mondane a Palma di Maiorca.


Siamo ormai a pochi giorni dalla domenica delle Palme e ho pensato fosse interessante un breve viaggio tra le tradizioni e rituali legati al lungo periodo che è compreso tra la fine del Carnevale e l’inizio della Pasqua. Un periodo in cui, come si vedrà spesso e volentieri il sacro si confonde o si sovrappone al profano.
Il periodo quaresimale inzia con il mercoledì delle ceneri, pochi giorni dopo si rileva già il primo atto mondano all’interno del periodo di astensione delle carni e dai piaceri, la Domenica della Pignatta.
Domenica della Pignatta
La domenica successiva al Carnevale, in piena quaresima,  si festeggiava (e in alcuni paesi dell’isola ancora si festeggia) la Domenica della Pinata (della Pignatta), perché tra i giochi che si facevano , il principale era appunto quello del la pignatta, gioco tradizionale  diffuso anche in molte parti del Sud Italia. Ad esempio a Gaeta in occasione delle feste patronali spesso ai rituali strettamente religiosi  si accompagna,  tra i tanti, proprio il gioco della pignatta che consiste nel rompere, con gli occhi coperti da un drappo, un recipiente in argilla (appunto pignatta) appeso al soffitto con un filo, guidati solo dalle voci del pubblico.  A seconda del tipo di festa, la pignatta  può essere riempita con  prodotti tipici, piccoli animali (es. conigli, polli etc.). Nel caso in esame, la pignatta maiorchina era colma di caramelle e veniva posta al centro della sala da ballo.
I riti della quaresima maiorchina, seguono quelli tradizionali imposti dalla tradizione cattolica , e quindi, in l’astinenza dalla carni e il digiuno il venerdì. L’unico tipo di carne permesso era la cosedetta “carne de membrillo” o meglio “dulce de membrillo” ossia quella che in italiano conosciamo come cotognata . Nel periodo quaresimale si faceva quindi largo uso di verdura, pescato legumi. Ancora oggi non manca nella dieta quaresimale “los arenques” (pesce azzurro) e il baccalà.
Calendario: dal Ram a Pasqua
Questo calendario festivo, che ha visto alcune trasformazioni negli ultimi anni, iniziava la domenica delle Palme (Domingos de Ramos in castigliano del Ram in catalano). Le strade della città erano animate dalla Feria de Ramos o del Ram. Di origine incerta è un altro momento di mondanità all’interno del periodo quaresimale  e iniziava a metà della settimana della Passione.
In realtà la Fiera, ci ricorda lo storico Luis Ripoll, ha un’origine religiosa. Nella Settimana della Passione , due chiese erano molto visitate dal popolo palmesano quella del Santo Hospital con la sua immagine de” La Sang”, e quella delle monache della Concepcion che conservano ancora adesso una preziosa reliquia de la “Santa Faz” che in quei giorni veniva eccezionalmente esposta al pubblico.
Nel passare tra una chiesa all’altra senza soluzione di continuità, passando per le Calle de la Concepcio, de la Pietat e dell’Hospital,  si creava un mercato di bancarelle in cui la gente offriva le propria mercanzia , al principio cose alimentari, fino ad  arrivare nel corso degli anni alla vendita di oggetti in ceramica (ad esempio i famosi siurell) e ogni tipo di mercanzia utile alla casa.
Con il tempo la Fiera si allargò estendendosi ad altre strade del centro di Palma fino alla Rambla dove si tenne per moltissimi anni come sede fissa.
La Fiera dal Ram iniziava nella domenica di Passione , s’interrompeva il mercoledì santo per tornare a svolgersi il sabato di Resurrezione. Non durava comunque più di due settimane alcune volte estendendosi fino la Lunedì di Pasqua.
Come rileva lo stesso Ripoll nel suo scritto datato 1987, oggi le cose sono cambiate radicalmente, ancor di più da qualche anno visto che la Fiera del Ram  si tiene nella zona industriale di Palma ed è diventato con il tempo l’occasione per creare un parco giochi per bambini più simile a Disneyland o a Mirabilandia che ad una fiera . Quest’anno è iniziata a fine febbraio e chiuderà il 7 aprile.
Alcuni  riti del periodo pasquale.
A seguito della riforma prevista nel Vaticano Secondo, la Pasqua iniziava il Sabato Santo alle 10 della mattina. Per l’occasione le città sopprimevano il traffico automobilistico nella zona interna, creando una vasta zona pedonale.
Alle 10 del mattino, seguendo le campane della Cattedrale, le chiese parrocchiali iniziavano a suonare le loro. La gente partecipava alla festa come poteva facendo il maggior rumore possibile, con pistole caricate a salve , botti, pentole.
Un costume molto diffuso era quello di lavare la faccia ai bimbi proprio in quest’ora del sabato. Si diceva che questa pratica fosse infallibile per mantenere la bellezza e far tornare belli.
Il Venerdì  Santo nelle case già si erano iniziate a confezionare  le panadas di carne e le crespelles con la loro forma di stella a sei punte (coret) , che ricordavano i simboli degli ebrei, e le robiols. Le tradizioni ebraiche abbondano in questo periodo dell’anno nell’isola , e c’è un gioco che ricorda tempi in cui la presenza ebraica non era proprio ben tollerata.
 Un vecchio gioco che in qualche modo è legato alla presenza ebraica nell’isola, infatti,  prevedeva una corsa per le strade da parte dei bambini con in mano un fascio di palme con cui colpivano ovunque e chiunque.  Se si chiedeva ai bambini perché lo facevano, rispondevano dicendo : “pegam an es jueus (pegamos a los judios”  ossia picchiamo i giudei). Questa “non pacifica” tradizione sembra sopravvivere oggi solo nella città di Sa Pobla.

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