venerdì 14 dicembre 2012

Chi è il mio Dio?

Quando ero piccolo e andavo a catechismo, oppure quando chiedevo a mia madre risposte ai miei dubbi ,mi si diceva sempre che quello che in cui credevo era in Dio d'Amore, un Dio che ha amato tanto il mondo da sacrificare suo figlio, Gesù. E io ci ho creduto, e ancora in parte ci credo anche se ormai sono sempre più lontano da un Dio con un solo nome. E' una mia scelta, vado ancora in chiesa e prego, perchè non ha senso non farlo, ma ho pregato senza alcun problema in moschee, sinagoghe e templi protestanti sentendo sempre vicino lo stesso Dio. Forse sbaglio, forse il mio è un Dio qualunquista, ma io credo in un Dio che è amore, che è accoglienza, che è gioia, che è abbraccio. E mi dispiace, al momento è molto lontano dall'idea che la Chiesa, l'islam o l'ebraismo danno di Dio e dei suoi fedeli. Forse sto andando sempre più verso un "personal jesus" e forse questo farà storcere il naso a molti che mi conscono. Ma io credo nella pace, nel rispetto, nella diversità, non sono un utopista ma credo che l'amore e la pace si costruiscano prima su questa terra e poi nel cielo. Quindi non posso accettare le parole di odio e di disprezzo che da molte parti religiose vengono proferite verso chi è diverso per razza, colore, credo, religione, sessualità. Ci sono tante cose che mi danno fastidio nel mondo che ho intorno, tra queste non c'è il vedere un uomo che bacia un uomo, o una donna che bacia una donna, posso capire che possa sorpendere, possa far rimanere interdetti, ma chi crede nella libertà che nasce dall'amore dovrebbe accettare anche questo. Si finisce per accettare più la pena di morte che una scelta sessuale, questo non è il mio mondo, questa non è la mia religione.
Sarajevo era la città delle tre religioni, delle tre fedi, della tolleranza, è caduta quando qualcuno ha iniziato a dire che i tram gialli erano solo dei musulmani e i rossi dei serbi. Ogni città rischia, secondo questo paradigma di spezzarsi di fronte all'idiozia della propaganda e dell'integralismo.
Intendiamoci non sono scevro da intolleranze, chi non ne ha, tutti mal sopportiamo qualcosa o qualcuno, ma basta essere coscienti delle nostre intolleranze e gestirle, curarle, lavorarci su e chiederci perchè proviamo quell'odio verso quella persona, quella comunità, quel colore. Riflettendo sono sicuro scopriremmo che è solo una normale reazione di difesa verso il diverso da superare nel dialogo, nel confronto.
Viaggiare apre la mente e il cuore, ogni volta che sono andato in alcuni paesi ho attraversato quartieri considerati pericolosi, frequentato persone considerate tendenzialmente pericolose, senza che mai mi sia successo nulla, fortuna, rispetto per chi rispetta? Non so ma stasera mi pongo davanti a me stesso, alla mia anima che spero immortale e mi chiedo: è ancora il mio Dio quello che dice che gli omosessuali sono un pericolo, che i preti pedofili sono meno pedofili degli altri perchè preti, che giustifica in alcuni casi la pena di morte? Dov'è quella Chiesa che ha salvato i poveri, tutti i poveri, gli offesi, tutti gli offesi, i derelitti, tutti i derelitti? Come devo considerare, secondo Benedetto XVI i miei amici gay? Malati, depravati, persone da compatire? O semplicemente persone con la loro unicità? Ormai il tabù sull'esistenza dell'omosessualità resiste solo tra i sacerdoti e i calciatori. Al momento non ci sono calciatori gay (tranne qualcuno) e non esistono sacerdoti gay (ma io sono certo di averne incontrati più di uno e non per questo erano meno sacerdoti). Sarebbe così bello lasciarci andare all'amore in tutte le sue forze senza chiederci se sia un amore sbagliato.
Di sbagliato vedo solo l'atto del rubare, dell'uccidere, dell'istigare alla morte e alla violenza.
E' sera è ora delle preghiere, del silenzio e dell'abbraccio della notte.
Ognuno di noi preghi il suo Dio che gli indichi la strada che ha un cuore.

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