venerdì 18 aprile 2014

Mettiamo che ... (lettera di "un danno collaterale")

Mettiamo che io sia un padre di famiglia, che io abbia un mutuo, uno o piu' figli, che disgraziatamente lavori solo io a casa e che il mio lavoro sia necessario per vivere.
Mettiamo che, siccome sono un buon operaio e anche specializzato, mi venga proposto di lavorare in una grande opera infrastrutturale.
Mettiamo che, anche a me piaccia andare ai laghi in montagna o al mare e che mi possa anche piangere il cuore per la devastazione della natura.
Cosa fareste tra lo scegliere di restare senza lavoro o lavorare in trincea in Val di Susa?
Come altri sono una persona del tutto normale che non può permettersi di prendere posizione, non tutti sono famosi scrittori o cantanti o attori e non tutti possono o vogliono far parte della grande organizzazione "non violenta" che spacca e rispacca il centro della città in cui vivo.
Sono da condannare?
Allora condannatemi, per avere un'idea diversa, per pensare che la vita della mia famiglia sia più importante di una società che non si cambia con la violenza del piccolo o del grande.
Pensate che sia un crumiro? Che sia un venduto, un bastardo? Chi paga il vostro cibo, la vostra vita quotidiana? Siete antagonisti a cosa? Mi siete mai svegliati al mattino con l'angoscia, vera, di non dare da mangiare ai vostri figli?
E questa rabbia nei miei confronti perchè? Non capite che sono solo un "danno collaterale" sia per voi che per la Polizia o lo Stato?
Sono un danno collaterale come chi ha un negozio e che nella vostra ottica è "un nemico di classe" ( ma quale classe?) per non aver chiuso quel giorno?
Avete tutti le vostre ragioni, ma vi siete mai messi dalla parte delle "ragioni dell'altro"? Delle paure dell'altro?
O pensate che chiunque sia dall'altra parte sia davvero solo un nemico.
Ogni mattina mi alzo e vado a lavoro, passo attraverso la trincea, tra incappucciati e presunti eroi, e io solo come altri sono da biasimare, da umiliare e da attaccare con offese di ogni tipo, solo perchè non posso permettermi di non lavorare, solo perchè sono tra quelli che saranno considerati solo un "danno collaterale".
La prossima volta che mi vedete entrare in cantiere prima di sputarmi addosso tutto il vostro veleno, pensate a chi c'è dietro l'elmetto protettivo da lavoro, come io cerco di capire chi c'è dietro una maschera, un cappuccio o un casco integrale.
Non sono con lo Stato nè con la Polizia ma non sono neanche con voi che non avete rispetto per chi è solo "un danno collaterale".
Buona lotta (o guerra).

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