mercoledì 9 febbraio 2011

Dalla parte dei vinti senza redenzione parte 2!

Dal 27 gennaio, giorno della memoria sono accadute tante cose tristi, l'ultima è quella avvenuta qualche giorno fa. Sono morti altri quattro bambini rom, si proprio i figli di quei vinti senza redenzione di cui ho parlato nel precedente post. La città oggi si è fermata, è lutto cittadino, ma siamo sicuri che davvero tutti abbiano percepito l'infinita tragedia? Non sono solo i morti di oggi, quei bambini erano già morti prima nella nostra coscienza, nel nostro giudizio, considerati come bestie. Ci sono una serie infinita di pregiudizi che si autoalimentano sui Rom. Devo dire, onestamente, che anch'io non ne sono immune, ma viaggiando ho imparato a conoscere meglio alcune sfaccettature del problema, se problema esiste, e ho imparato ad andare oltre il "fascismo" di chi fa "di tutta l'erba un fascio". Utilizzando il messaggio veicolato da una pubblicità sulla diversità sessuale, quando incontro una persona per strada, nei bus, in treno, in viaggio, mi interessa sapere se è Rom, italiano, polacco, senegalese o non importa? Cosa mi interessa in chi incontro la sua appartenenza etnica o la sua storia di uomo che viaggia il mondo? E di fronte a una morte , mi interessa che sia Rom o italiano o che sia morto senza colpa? Ognuno di noi porta con se pregiudizi con cui deve convivere, chi ne diviene schiavo diventa razzista, chi accetta il suo pregiudizio e cerca di superarlo pur tra mille difficoltà e cadute è un uomo, o almeno cerca di esserlo.
"Qualche Rom si è fermato italiano come un rame ad imbrunire sul muro..." canta De Andrè in una sua immensa poesia, ricordiamo questi piccoli rom fermatisi italiani, e che non hanno visto il loro futuro nascere all'alba.

Nessun commento:

Posta un commento

Beldocs festival tra memoria e attualità? E se quello che vediamo non fosse davvero "fiction"?

Si è aperto mercoledì con la proiezione di "Another Spring", film serbo in prima visione su come la Jugoslavia nei primi anni se...