Come un albero affonda con le sue radici nella terra e dalla terra riceve il suo nutrimento e la sua forza, così ognuno noi è quello che sono le sue radici, e la terra da cui trae la sua storia.
La mie radici affondano:
in mio padre e nei suoi silenzi, nella sua infinita cultura e rispetto per l’altro. Da lui ho imparato il valore del lavoro e del viaggiare, della cultura e della ricerca continua del senso del mondo. In quel viaggio di tanti anni fa verso l’Unione Sovietica in nave, forse neanche lo immagina, ma mio padre ha dato l’inizio ad una profonda “scrittura di me stesso” che mi rende quello che in parte ora sono
in mia madre e la sua forza, la sua caparbietà nel portare avanti un progetto nonostante tutto e tutti. Da lei ho imparato a superare le difficoltà, a vedere sempre il volto positivo delle cose, ad avere un profondo rispetto per l’altro e per la sua diversità. Mi ha donato la sua religiosità e il suo amore e soprattutto mi ha insegnato l’importanza della libertà
nei miei nonni che ho avuto poco tempo per conoscere, uno una spirito libero precursore dei tempi, l’altro un timido falegname di grande dolcezza
nelle mie nonne. Quella paterna di cui ho un ricordo dolce e amaro per non essere stato presente il giorno del suo funerale, quella materna con cui per anni ho vissuto serate a vedere western, telenovelas e partite di calcio e che ogni giorno ci regala sapienza,a more e forza nell’affrontare la vita anche nei momenti bui, che pure ci sono stati e che la vita comunque ci darà
in mio fratello e nel suo amore incrollabile per la musica. Se la musica non può cambiare il mondo di sicuro può rendere le vite singole indimenticabili
in Clara naturalmente, nell’amore che costruiamo giorno per giorno nella nostra diversità, nella libertà con cui viviamo il nostro essere insieme, nella sua forza e nella sua voglia di cambiare il mondo nonostante tutto e tutti
in martina, katka, siska, bistrik, lucia , le famiglie di Trencin, in tutto quello che nel corso degli anni siamo riusciti a costruire nel rispetto e nell’amore e che ci ha fatti ritrovare dopo diciotto anni come se il tempo non fosse mai passato, come se il discorso non si fosse mai interrotto
nella gente che ho incontrato negli ultimi quattro anni a Capo Verde, nel mare che avvolge le isole, nel deserto, nei sorrisi dei bimbi, e nei pianti dei grandi, nella lentezza e nella riflessione sul giorno che muore davanti ad un tramonto
in Alberto che è stato per un tempo purtroppo breve della mia esistenza, padre, amico, fratello, che ti sia dolce il viaggio e la meta
in Monica, Francesco e la loro stupenda famiglia, un luogo dove tornare quando tutto intorno sembra buio. La vostra luce e il vostro amore colma i cuori e riempi di gioia gli occhi.
in tutte le persone che anche senza saperlo mi hanno donato qualcosa che vivrà sempre nella parte di me che conserva le cose più belle e nascoste e in cui il bambino che è dentro di noi si rifugia nei momenti di grande tristezza alla ricerca della tenerezza dei ricordi
nel pensiero di Gandhi e nella non violenza che guida la mia vita ma che è così difficile da realizzare
nella fede, sempre più personale , forse, ma che guida e guiderà sempre la mia vita. Non posso pensare ad un giorno senza speranza e fede in qualcosa che è oltre di me
nelle città che ho visitato e in cui mi sono sentito a casa
nella città Sarajevo, nella sua gente, nel suo miracolo quotidiano, non riesco a spiegare neanche a me stesso il perché, ma è una sorta di legame di sangue, e di amore profondo per ogni roccia e goccia di quella terra
nella musica e nella poesia degli sguardi
negli amori che ogni giorno costruiamo e che spesso ci neghiamo
nella tenerezza che deve sempre guidare il nostro agire anche nel momento in cui siamo costretti a prendere decisioni terribili e dolorose
nel rispetto, non c’è vita senza rispetto
nella libertà che finisce dove inizia quella dell’altro
nell’amore in tutte le sue forme
nel sogno che ogni persona che ho incontrato mi ha donato
negli abbracci dati e in quelli sono appena accennati
in tutto questo e in tutto quello che non ricordo e che si nasconde nelle pagine del libro nascosto che ognuno di noi scrive giorno per giorno
Questo sono io e queste sono le mie radici
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