giovedì 26 maggio 2011

geopolitica balcanica

Qualche mese fa è stato arrestato a Vienna il Generale Jovan Djviak l'uomo che per difendere la sua Sarajevo, decise di lasciare l'esercito serbo e passare dalla parte del "nemico". Jovan Djviak è reo secondo la giustizia serba di aver permesso che il costituendo esercito bosniaco sparasse sull'esercito jugoslavo in fuga. Chi conosce bene i Balcani sa che spesso la verità è difficile da comprendere e che spesso è solo una sfumatura di differenti punti di vista. Comunque Djviak negli anni è divenuto un difensore della multiculturalità e attraverso la sua associazione è divenuto un punto di riferimento per che vuole costruire una bosnia multietnica e plurale. Quando ho deciso di partire per un breve viaggio tra Belgrado e Sarajevo in aprile, speravo sinceramente che fosse possibile incontrarlo, ma era ormai chiaro che la sua liberazione era sempre più lontana e che c'era qualcosa sotto. Già mesi fa mi ero posto la domanda che molti anche a Sarajevo si sono posti: perchè ora ? Divjak ha girato l'Europa in questi anni presentando libri ( il suo meraviglioso libro Sarajevo mon amour è edito da Infinito ed.) partecipando a tavole rotonde sulla pace, sulla multiculturalità. Allora perchè ora? Già mesi fa mi ero dato una risposta anche se non avevo prove: era una pedina di scambio,  il grimaldello per forzare la porta dell'Unione Europea da parte di uno degli stati della ex Yugoslavia. E oggi l'arresto di Ratko Mladic mi da ragione, anche se spero di sbagliarmi. Anche se oggi il mondo finalmente può giudicare uno dei più tristi carnefici e le madri di Srebrenica possono finalmente chiedere giustizia per i loro cari, mi chiedo anche in questo caso, perchè ora? E cosa ne sarà di Divjak? Mi chiedo, gli atti di cui si sono macchiati i due generali sono da considerare sullo stesso piano? Può un genocidio essere comparato ad un atto di guerra e alla difesa di una città? Non voglio dare giudizi su cose che non conosco bene, mi riservo di documentarmi e poi dire la mia. Quello che mi chiedo è: sono davvero comparabili un uomo che dopo una lunga guerra decide di mettersi in gioco e costruire la pace e la multiculturalità con uno che si è nascosto per sedici anni e che è scappato dalle sue terribili responsabilità? Stasera nel cuore sono turbato e spero solo nella giustizia per le madri di Srebrenica. Tutto il resto, o quasi, è geopolitica balcanica.

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