sabato 19 dicembre 2020

Vlada, Ciro e il miracolo di Natale

Vlada si accende la sigaretta e guarda nel buio della notte che viene, prende il visore ad infrarossi e scruta nel buio alla ricerca di qualcosa. E' una sera come tante, tranquilla senza molto da dire, lunghe ore l'aspettano da passare nella notte. Ad un certo punto si volta e sente un rumore tra i cespugli, sa benissimo chi è. "Ehi Ciro", esclama Vlada, "anche oggi tardi eh ? Cos'è MIlena ti ha trattenuto più del dovuto?" Ciro getta la sigaretta: " Eh sai amico è così ... Milena è una donna che quando ti prende non ti lascia più ". "Stai attento amico ... non posso coprirti sempre ... e poi ha un marito no? "Ah non è un problema ... il marito lavora sempre alle miniere ... e torna solo il fine settimana e io il fine settimana sono sempre da un'altra parte" , ride sornione " qui come va? Tutto tranquillo?". Vlada sarcastico: " Mi fa piacere che ti interessi anche di questo ... ". Vlada riprende il visore e guarda nel buio sospirando: " Come sempre ... d'altronde chi vuoi che attraversi questo confine posto nel nulla ... che divide tre paesi ... in una notte come questa ... è davvero impensabile ... " guarda nel vuoto poi si scuote: " a proposito ... hai portato la Rakja?". Ciro estrae qualcosa da una sacca: " Si si ... chiaro ... tutto pronto ... la famosa Rakja di Milena però te lo dico fratello ... troppo alcool ti farà male ... ". Vlada sorride: " Da quand’è siamo fratelli ... a te invece il troppo sesso ti farà ammazzare ...". Ciro si siede sulla scomoda sedia in ferro e si stiracchia: " Una volta eravamo fratelli ricordi?". Vlada: " Una volta ... hai nostalgia della stella rossa?". " La squadra di calcio " ride Ciro. Vlada scuote il capo: " E dai che hai capito ...". Il tempo passa tra uno scherzo e l'altro, una barzelletta e qualche riflessione seria indotta dalla rakja, cose da soldati, così per passare il tempo, qualche filmato su youtube, o su altri portali che qui è meglio non menzionare. Le palpebre ogni tanto si appesantiscono, l'aria diventa più fredda e la stufetta non riesce più a riscaldare, neppure l'alcool sembra fare effetto. Qualcosa sta cambiando nell'aria e Vlada lo percepisce. "Ehi Ciro sento che qualcosa cambia nell'aria". Ciro che si era assopito si scuote: "Si? Cos'è ti duole il ginocchio ferito a Foca?" Vlada scuote il capo: " No ... sul serio ... c'è qualcosa di strano nell'aria ... qualcosa di impercettibile come se qualcosa stesse per accadere ... ". Ciro si alza e si avvicina al vetro: "Dai dai ... passami il visore ti faccio contento ... scruterò ancora nel nulla come sempre ...". Ciro prende il visore se lo porta al viso e per un lungo, lunghissimo tempo guarda in quello che loro hanno sempre considerato il nulla. "Vlada ..." "Si..." "Mi sa che avevi ragione ... non riuscirai ad immaginare cosa sto guardando nel visore ..." Vlada si fa passare il congegno e guarda anche lui in quello che hanno sempre considerato "il vuoto", e che ora sembra essere colmato dalla presenza di sei forme vitali rilevate dall'infrarosso, apparentemente umane e che avanzano nel buio. "MI sembra incredibile Ciro ... c'è gente che viene verso di noi ...". "Che siano animali?" riflette Ciro. "Ma no guarda ... sono forme umane te lo assicuro ... e si avvicinano eh ..." Ciro d'istinto mette mano al suo fucile si cala il cappello esce dalla garitta e lo punta nell'oscurità, Vlada invece resta nella garitta, in attesa di capire cosa stia accadendo davvero. E alla fine avviene qualcosa, miracolo, disgrazia, sorpresa, umano e inumano allo stesso tempo. Alcune persone emergono dal buio cosmico di questo bosco ancestrale su un percorso che neanche i camionisti preferiscono e pochi contadini attraversano. Vlada e Ciro si guardano e comprendono come la loro vita sta per cambiare del tutto. Ciro si scuote: "Ma chi sono queste persone?" Vlada leggermente infastidito: " Ah guarda Ciro non riesco a capire, sono ancora troppo lontane ... proviamo a spaventarli, proviamo ad urlare ..." Così nel cuore della notte iniziano ad urlare nel buio, intimando l'alt, cercando in qualche modo di far comprendere che stanno per attraversare una frontiera, perchè forse non se ne rendono neanche conto, ma la frontiera esiste anche in piena montagna. Poi quel che accade è sospeso nei ricordi di questi uomini resi duri dalla vita militare, più delle volte apatici, che non riescono a dare un senso alla loro vita, e si trascinano giornalmente tra alccol e donne. Quel che sta per accadere cambierà la loro vita apparentemente in modo impercettibile ma in modo irreversibile. Quelle che si trovano davanti sono sei persone " Sono due donne ... due bambini e due uomini ..." esclama Vlada sorpreso. "Da dove possono essere partiti? Il primo villaggio nei dintorni è a una ventina di chilometri e poi li conosciamo tutti ... chi di loro si metterebbe in marcia a piedi di notte? " . Vlada non parla, più guarda nel vuoto abbracciando il suo fucile in preda ad un forte presentimento. Improvvisamente uno degli uomini si pianta davanti a Vlada, si inginocchia per terra e alza le mani, poi è la volta del secondo uomo che giunge le mani in segno di preghiera e quasi stramazza al suolo e poi le due donne velate che si avvicinano e infine una bambina e un bambino piccoli, impauriti, infreddoliti da una notte che è sempre più fredda al confine del nulla. Ed eccoli davanti a questi due militari la cui vita sta per cambiare. "Vlada" esordisce Ciro rompendo il silenzio "penso siano migranti profughi ... non so ... dobbiamo chiamare qualcuno ... ". Ciro sorride amaro: " E chi vuoi che chiamiamo ... il Comandante? Neanche ci crederà e se ci crede sono solo problemi ... guarda sono distrutti ...". Vlada scuote il capo : "Si ma ... il nostro dovere ... è chiamare il Comandante ... devono essere ... come dire ... respinti ... non possiamo ospitarli ... il nostro paese non ha neanche dei centri adatti ... non si è mai visto che dei rifugiati passino per il nostro paese ... ma lo sanno dove sono finiti? Si saranno sicuramente sbagliati ...". Ciro china il capo e getta il mozzicone di sigaretta: " Beh ... forse sbagliando strada sono capitati nel posto giusto ... ". Vlada è sorpreso: " Che vuoi dire su ... sii realistico". Ciro lo guarda con serietà: " Hai forse dimenticato il dovere di accoglienza che da sempre è sacro tra le nostre genti? Nessuno deve sentirsi straniero e abbandonato se attraversa il nostro suolo." Vlada scuote il capo: " Non ... non ho dimenticato ... ho solo paura per loro e chiaramente paura per noi ...". Nel frattempo davanti a loro i due uomini non si sono mossi, uno è ancora a mani giunte l'altro quasi prono per terra, i bambini presto iniziano a piangere, le donne li stringono a se. E questi due militari il cui unico pensiero era su come avrebbero passato il giorno libero da li a poche ore sembrano come scuotersi da un sogno o da un incubo, e si avvicinano in modo guardingo a queste persone Ciro con il fucile spianato, Vlada con il visore penzolante dal collo. Si avvicinano e cercano di parlare con questa gente venuta dal nulla, tentano nella loro lingua, ma i due uomini guardano impauriti, sembrano non capire, poi tentano con uno stentano inglese, chiedono da dove vengono e dove sono diretti. Uno degli uomini sussurra: "Afghanistan". Ciro ha un groppo in gola: "Afghanistan ... da così lontano ... incredibile ...", e pure lui che è un uomo che molto ha già vissuto, ha vissuto sulla propria pelle l'odio e il pregiudizio il dolore, ha un attimo di esitazione, si gira verso Vlada che è quasi paralizzato e che sembra abbia le lacrime agli occhi, ma forse è il freddo della notte, e non riesce a pronunciare altro. "Noi abbiamo il dovere ... li dovere di avvisare che questa gente è qui ..." ribadisce Vlada ora però sempre meno sicuro. Vlada è il superiore diretto di Ciro, tocca a lui decidere, sta per prendere la radio ma si volta di nuovo verso Ciro e poi inaspettatamente dice nella sua lingua agli sventurati "Hajde", “forza seguitemi”, e li invita ad entrare nella piccola garitta dove alloggiano durante il turno. I due uomini si guardano in modo interrogativo, non sanno se possono fidarsi, poi guardano le donne che stringono i bimbi e allora decidono di accettare l'invito del militare. Nella garitta non fa caldo, ma neanche freddo, i due uomini si guardano intorno, ci sono dei nudi di donne alle pareti, istintivamente coprono gli occhi dei bimbi, mentre i militari imbarazzati cercano goffamente di coprirli o di strapparli dalle pareti. Una delle due donne seppur a capo chino sorride, non deve avere molti più anni di Vlada e Ciro. I due bambini si siedono per terra, guardano i bicchieri e la grappa, non ci sono biscotti ne latte, uno dei due uomini fa segno di avere fame. Ciro si scuote: " Biscotti si ... ora chiamo ...". Vlada lo blocca: "Chi il Comandante? e gli dici che abbiamo bisogno di biscotti?" Ciro continua: " Si certo guarda ... qui avamposto Est a Base ..." "Avanti", una voce gracchiante dall'altro lato dell'etere. "Comandante abbiamo bisogno di ... biscotti ... latte ..." Una risata decisa e sonora dall'altra parte prelude al seguito: " E da quanto hai bisogno di biscotti Ciro ... non ti basta il tuo che inzuppi sempre nel latte degli altri... ? Che cosa vi siete bevuti? cos'è magari volete anche del formaggio pane , una bella scampagnata vero?" Ciro si porta le mani al viso: "Signore venga qui e capirà ...". Dall'altra parte un grugnito: " Se mi state prendendo per il culo stavolta vi mando dove sapete ... sono stanco di sopportare le vostre stranezze ... sto per venire li e spero proprio che abbiate un vero motivo per tutto questo ... ah e sia ben chiaro che non ho biscotti ne latte..." I due militari restano in attesa, mentre gli ospiti imprevisti in silenzio cercano di capire dove sono finiti. I bambini sono curiosi e così iniziano a giocare con alcuni oggetti che si trovano all'interno della garitta. Vlada e Ciro cercano di evitare il peggio e i bimbi intimoriti ritornano nel loro angolo. Dopo qualche decina di minuti arriva una macchina e ne scende il Comandante di Guarnigione, lo sguardo tra l'assonnato e il severo, accompagnato dal suo attendente. Guarda i due e scuote il capo, poi guarda verso la garitta e resta di pietra. Si avvicina, apre la porta e guarda a lungo in silenzio i sei malcapitati, difficile comprendere cosa passi per la sua mente, sembra quasi avere difficoltà a reprimere qualcosa che sale dal profondo. Senza voltare il capo chiama con un segno Vlada e Ciro che si avvicinano timorosi:" Chi sono ?" Ciro parla in modo diretto: " Chi sono signore? Provi a immaginarlo ... per quanto possa sembrare impossibile che siano arrivati fin qui." Il Comandante scuote il capo: " Avranno sbagliato strada ... nessuno viene nel nostro paese a chiedere asilo, passerebbero solo dalla padella alla brace ... non abbiamo neanche un vero paese ... non sappiamo neanche noi chi siamo ... ditemi qualcosa in più ..." Ciro ironico: " Perchè non prova a chiederlo a loro ...". Il Comandante lo guarda: " Sei sempre il solito idiota ..." Vlada si avvicina al Comandante: "Che facciamo ora?" L'uomo è interdetto guarda i due bambini, poi le due donne e quei due uomini umiliati e ricorda qualcosa che da sempre cerca di cacciare via nel profondo del suo animo, sbuffa, abbassa il capo poi si rivolge verso i due militari: " E' Natale quasi no ... tu Vlada non sei cattolico?". Vlada annuisce. Si rivolge verso Ciro: " Fai così va dalla tua amica Melania ...". Ciro si inalbera: " Ma Signore cosa vuole insinuare ...". Il Comandante sorride: " Ma se lo sanno tutti ... comprese le pietre ... tranne il marito che ha la testa e il cuore duro come la pietra ..." guarda di nuovo di bambini " va da lei e fatti dare qualcosa da mangiare e da bere e delle coperte ... e ... domani li voglio lontani da qui ...". Vlada si avvicina al Comandante: " ma Signore se lo scopre qualcuno?". "Sono io quel qualcuno che dovrebbe scoprirlo no? Quindi ..." il Comandante guarda di nuovo verso le sei persone e poi di nuovo Vlada e Ciro "voi non ricordate ... io si ... se avessimo avuto anche noi qualcuno pronto ad aiutarci chissà se non fosse finita in modo differente .... E' vero portiamo delle divise e siamo in qualche modo addestrati ad offendere ... ma chi c'è da offendere stanotte qui? La vita stessa è stata già offesa ... possiamo solo guadarci un pezzo di purgatorio se qualcuno ci crede ... stanotte ...". Vlada si allontana guarda Ciro e lo invita ad andare. Ciro quasi corre verso il case sparse a ridosso del confine. Dopo una mezz'ora arriva Melania, bella come un Madonna che porta ai disperati pane e speranze. I miliari si allontanano, il Comandante dice: " Lasciamo che sia la grazia e la dolcezza dell'essere madre a prendersi cura di loro ... ci sono momenti in cui ci si può fare solo da parte ...". Ciro e Vlada guardano quell'uomo che hanno spesso mal giudicato e si guardano a vicenda, sono forse migliori di quanto vogliono apparire. Melania si volta verso Ciro ha il volto raggiate di chi è pronta ad amare sempre. E arriva l'alba e con se il Natale. Ciro pone una mano sulla spalla di Vlada " Buon Natale fratello". Vlada non risponde per lui rispondono gli occhi colmi di lacrime. Dopo qualche minuto Vlada riesce a parlare: " Non sta accadendo vero? Lo stiamo sognando sarà stata la troppa rakja ...". Il Comandante si appresta ad andare via : " vedila come vuoi Vlada ... a me sembra solo un grande miracolo , ma tra poco per questa gente l'incubo continuerà mentre noi saremo nel caldo del letto ... ma per qualche ora ... beh ... che sia Natale anche per loro che ci credano o no ...". L'alba sorge piena di colori tenui e speranze appena fiorite, Vlada prende il suo sacco e raccoglie le sue cose, Ciro passa il braccio sulle spalle di Milena, mentre davanti a loro sei esseri umani si apprestano ad un nuovo giorno di cammino cercando una via verso un domani migliore, sperando di incontrare ancora uomini di buona coscienza. Che sia Natale sempre, anche oggi, anche in questo tempo sbandato e sospeso. Perchè a volte i miracoli accadono.

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