martedì 28 aprile 2020

La Profezia di Mitar, il chiaroveggente di Kremna



In questi giorni sto lavorando su un libro che racconta la storia e le storie di un territorio ancora poco conosciuto ma che ho avuto modo di visitare e studiare a fondo negli ultimi dieci anni, è cioè quella zona geografica compresa tra la città di Uzice in Serbia e la città di Visegrad in Bosnia (Entità Republika Sprska). Una terra di registi, leggendari treni e profeti.
Proprio così, nel piccolo villaggio di Kremna posto a una trentina di chilometri da Uzice e a pochi chilometri da Mokra Gora dove Kusturica ha ideato e costruito il villaggio di Drvengrad, c'è un piccolo museo che ricorda la vita e le profezie di Mitar Tarabic (1829-1899) un uomo illetterato che non si è mai mosso dal suo piccolo villaggio e che nonostante tutto, forse a causa del dono della chiaroveggenza, aveva predetto una serie di eventi non solo della storia della Serbia e della ex Jugoslavia ma addirittura coinvolgenti l'intero mondo.
Non sapendo né leggere né scrivere dettò queste profezie al suo padrino un prete ortodosso di nome Zaharije Zaharich (1838-1918) di cui Mitar profetizzò la morte, effettivamente avvenuta prima della fine della prima guerra mondiale, e la morte di due suoi nipoti nel conflitto bellico.
Il "Libro delle Profezie", un piccolo blocco di appunti che andò parzialmente a fuoco nel 1943, durante l'occupazione bulgara di Kremna, è in qualche modo arrivato fino a noi grazie al pronipote di Mitar.
Ebbene tra le molte profezie ponete attenzione a quanto dice il profeta Mitar in uno dei suoi versi ispirati:

"L'intero mondo sarà afflitto da una strana malattia e nessuno sarà capace di trovarne la cura; ognuno dirà -io so come fare, io so, perché ho studiato e sono intelligente - , ma nessuno saprà cosa fare. Le persone penseranno e penseranno, ma non saranno in grado di trovare la giusta cura, che verrà con l'aiuto di Dio"

Non sono tra coloro che credono nelle profezie, ma il tema chiaramente mi affascina e soprattutto adesso che stiamo vivendo questo futuro distopico non vi sembrano le parole di Mitar veramente profetiche? Dovremo davvero affidarci solo alle mani di Dio? Oppure come dice qualche fine pensatore, aspettare che semplicemente il virus passi?
Ai posteri l'ardua sentenza, ma attenti che il Profeta Mitar l'ha predetto e difficilmente si è sbagliato.
Ne volete una prova?
Ecco un altro versetto del suo libro:

"Inizialmente la Russia non entrerà in guerra , ma solo quando verrà attaccata dalle armate del nemico entrerà nella lotta  e ci sarà un Zar Rosso sul trono di Russia ... Qui (nella zona di Kremna) uomini con le stelle sui loro baschi appariranno, e combatteranno i nemici rigettandoli oltre il fiume Drina. Comanderanno Uzice e tutta la regione per circa 73 giorni ... Un uomo con gli occhi azzurri su un cavallo bianco apparirà tra il suo popolo e una stella scintillerà sul suo basco ... guiderà una grande armata e libererà Belgrado ... il suo regno sarà il più grande mai visto su queste terre ..."



Ebbene è storicamente accertato che solo nel 1941 la Russia entrò in guerra quando fu attaccata dalla germania nazista. L'uomo dagli occhi azzurri è Tito che guidò con la stella rossa dei partigiani sul cappello l'avanza degli stessi nella piana di Uzice prendendo il controllo della regione per 73 giorni. E, in effetti, il suo regno (la Jugoslavia) sarà per anni il regno più grande e forte che abbia mai regnato su queste terre.
That's all folk , come dicono gli americani?

Beldocs festival tra memoria e attualità? E se quello che vediamo non fosse davvero "fiction"?

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