sabato 24 febbraio 2018

Il mercante: una piccola grande storia georgiana

Non e' la prima volta che vedo un film georgiano. A Palma di Maiorca mi e' capitato piu' volte grazie alle belle retrospettive del Cinema CineCiutat, piu' difficile vedere film proveniente dall'Est Europa in Italia e soprattutto a Roma, purtroppo.
Un vero peccato perche' alcuni film, o come in questo caso documovies, sono davvero belli e presentano spaccati della vita quotidiana di paesi che ancora adesso sentiamo lontani e irraggiungibili.
Questa volta ci pensa Netflix a regalarci questa piccola gemma.
Il Mercante del regista Tamta Gabrichidze (https://www.netflix.com/watch/80209006?trackId=14170045&tctx=0%2C0%2C81cd3618-dded-4ce4-bf47-e95adfc246b4-54598019)
ci porta alla scoperta del mondo rurale della Georgia, un mondo  che ha tante similitudini con i mondi rurali di un est piu' vicino e a me piu' familiare, quello dei Balcani.
Il protagonista, Gela, compra a buon mercato a Tblisi una serie variegata di oggetti che sa possano essere appetibili per la gente di villaggi sperduti nell'entroterra georgiano, e si mette in viaggio con il suo vecchio furgoncino.
Nel suo viaggio attraversa piccoli agglomerati di case, si ferma nella via principale e aspetta che si fermino i primi avventori. Alcune volte i primi a fermarsi colpiti dalla curiosita' data dalle presenza di un estraneo, sono i bambini , che vengono ammaliati dalle piccole meraviglie che il mercante porta nel villaggio.
Villaggi poveri, in cui la gente vive ancora lontana da quel progresso che noi tanto diamo per scontato e in cui quasi sempre la moneta di scambio e' il surplus di quel che producono ... le patate.
Cosi' in cambio delle sue piccole e necessarie meraviglie il mercante riceve in pagamento patate che rivendera' poi al mercato a Tbilisi.
Il baratto e' un instituto ancora molto diffuso nei paesi dell'Est, un mercato parallelo che fa concorrenza a tante triste diavolerie economiche come Bitcoin, e che consente a persone spesso poverissime di permettersi cose necessarie alla vita quotidiana, impossibili da comprare con i pochi risparmi.
Il governo ungherese del conservatore Orban, ha probabilmente fatto l'unica cosa giusta del suo mandato ,qualche anno fa, quando si oppose al diktat dell'Unione Europea che imponeva la soppressione dell'istituto del baratto visto dalla autorita' europee come un freno allo sviluppo del mercato "ufficiale", salvando quello che per il popolo ungherese e' una tradizione centenaria.
Se avete 23 minuti da regalarvi, guárdate questo intenso piccolo film e immergetevi in una realta' che vi stupira'.
Come sempre buon viaggio.

https://www.netflix.com/watch/80209006?trackId=14170045&tctx=0%2C0%2C81cd3618-dded-4ce4-bf47-e95adfc246b4-54598019

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